Recensione: Tre camere e un corpo di Charlaine Harris

Tre camere e un corpo 
di Charlaine Harris
 (3° libro - Serie The Aurora Teagarden) 

Trama: Dopo che il Club Real Murder si è sciolto, Aurora Teagarden ha deciso di aiutare la madre che possiede un’agenzia immobiliare. La prima volta che accompagna dei clienti a visitare una casa, Aurora scopre nella camera matrimoniale il cadavere nudo di un agente immobiliare concorrente. Poi il corpo di un altro agente viene trovato in un’altra casa in vendita, allora per Aurora e sua madre diventa chiaro che è in atto una sorta di guerra tra le agenzie immobiliari per screditare la concorrenza e assumere il controllo del territorio. A questo si aggiunge l’angoscia di Aurora che viene aumentata dalla crescente attrazione da lei provata nei confronti del misterioso Martin Bartell, trasferito a Lawrencetown dalla propria ditta per riorganizzare la fabbrica locale. La coraggiosa, a!ascinante Aurora si trova a dover scegliere fra il semplice, a"dabile pastore della Chiesa episcopale con cui sta avendo una casta relazione, e Martin, un uomo in grado di sconvolgerle l’esistenza.


Il mio commento

Devo dire che fino all’ultimo sono stata indecisa se continuare questa serie o tralasciarla. Il volume precedente mi aveva lasciata abbastanza delusa soprattutto nella parte più importante: il giallo! Però poi ho pensato a come avessi apprezzato il primo e così ho messo da parte i miei dubbi e ho iniziato a leggerlo. 
Scordatevi la protagonista degli inizi, adesso Aurora è praticamente un’altra donna, una persona in evoluzione. La sua vita sta cambiando: non più bibliotecaria anonima ma una benestante ereditiera concentrata su se stessa e su quello che vuol fare. Addirittura la troviamo pronta a diventare agente immobiliare nell’agenzia della madre. Interessante l’evolversi del rapporto tra le due. Peccato che al suo primo incarico ci scappa il morto o meglio la morta e da lì in poi diverse cose cambieranno.
Buona parte del libro è incentrata sull’agenzia, sulla madre e soprattutto sulla vita sentimentale della protagonista. La storia con il reverendo proprio non mi convinceva, molto meglio lo straniero, maturo, affascinante, ricco, misterioso e passionale Martin. Sono rimasta abbastanza sorpresa dallo svolgersi degli eventi tra i due soprattutto perché Aurora mi era sempre sembrata fredda e controllata, ma forse la mancava solo l’uomo giusto ;)!
La risoluzione del giallo, sebbene non sia proprio protagonista, aleggia comunque costantemente per tutto il racconto fino alla sua risoluzione finale. Ecco questa è stata forse la parte che mi ha un attimino delusa. Non perché fosse individuabile l’omicida ma perché ho trovato Aurora fin troppo ingenua e avventata nelle sue azioni finali.
In ogni caso è stata davvero una lettura piacevole capace di farmi ritornare la voglia di continuare la serie.




1 commento

  1. Sono d'accordo: in questo libro l'autrice cambia marcia e la storia verticale, che riguarda la vita e l'evoluzione della protagonista si fa davvero interessante!
    Una recensione davvero puntuale che condivido!

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