Recensione "L'anello dei Faitoren" di Emily Croy Barker

L'anello dei Faitoren 
di Emily Croy Barker

Sono da sempre una fan appassionata del genere fantasy, dal momento che magia, mondi paralleli e creature fatate esercitano su di me un fascino assolutamente irresistibile. Ma un fantasy che si rispetti deve essere capace di intrigarmi e coinvolgermi con una bella dose di avventura. 
Qui, purtroppo, non è successo.  
Forse perché manca di dinamicità… la storia è interessante, non c’è dubbio, ma risulta eccessivamente statica, a volte persino un po’ piatta e priva di risvolti significativi. 
Forse per la sua notevole lunghezza… dopo tutto, leggere 600 pagine senza particolari colpi di scena o una bella dose di azione, rischia di mettere a dura prova l’attenzione del lettore. 
O forse per la tendenza della scrittrice a dilungarsi in descrizioni ampie e particolareggiate che a mio parere non risultano fondamentali, dialoghi e situazioni fin troppo estesi che rischiano di appesantire la storia rendendola meno interessante.
Ma veniamo alla trama: abbiamo una protagonista femminile, Nora, che per sbaglio oltrepassa un varco dimensionale e finisce in un mondo parallelo, alla mercé di una donna tanto carismatica quanto pericolosa: Ilissa, la regina dei Faitoren, esseri fatati dall’aspetto affascinante ma dall’indole malvagia e assetata di potere.  Nora cade presto vittima della loro magia, lasciandosi irretire e plagiare fin troppo facilmente (il suo placido abbandono mi ha fatto storcere un po’ la bocca) e inizia così a frequentare quelle creature, partecipando a feste sfarzose per un lungo periodo di tempo. E’ in una di queste feste che incontra Raclin, il bellissimo (e malvagio) figlio di Ilissa, di cui si innamora per colpa di uno dei potenti incantesimi che la regina ha lanciato su di lei. Perché da Nora vogliono qualcosa di molto importante, qualcosa che potrà garantire a madre e figlio un potere maggiore e duraturo: un erede. 
La prigionia della ragazza però ha vita breve, perché viene salvata dal mago Aruendiel, che la ospita nel suo castello per proteggerla dai Faitoren.  Ho trovato questo personaggio molto interessante, sicuramente più di Nora che nella prima metà del libro resta priva di carattere e di fascino (in pratica un’eroina in cui non sono mai riuscita ad immedesimarmi). 
Aruendiel è un uomo freddo, distaccato, a volte persino un po’ inquietante e pericoloso, e con un pesante passato alle spalle. Finalmente non abbiamo il classico protagonista maschile sexy e attraente, perché il nostro mago non ha nulla di sensuale, anzi, ha un volto sfigurato da cicatrici di guerra e un brutto carattere che lo rende scorbutico, permaloso e persino insensibile. Almeno all’inizio, perché ben presto accoglie Nora sotto la sua ala protettiva e, seppure con un’iniziale reticenza, si mostra disponibile ad insegnarle i primi rudimenti di magia. 
E con il tempo diventerà  meno rigido ed inflessibile, grazie all’affetto che proverà nei confronti della ragazza, arrivando a dedicarle persino premure e piccole attenzioni (non aspettatevi una storia d’amore, perché rimarrete deluse… come la sottoscritta!).  Ed è proprio questa la parte in cui la scrittrice si dilunga esageratamente, insistendo su scene di vita domestica e di studio delle arti magiche che ahimè non hanno assolutamente niente di dinamico o di avventuroso.
La parte più coinvolgente del romanzo riguarda la minaccia di Ilissa, che incombe su di loro ripetutamente perché sempre più intenzionata a riavere Nora indietro e allo stesso tempo ad estendere il suo malvagio potere. In momenti come questi finalmente la trama si vivacizza ed acquista spessore, ma purtroppo è una parte piuttosto piccola in confronto alla mole del libro.
In conclusione la scrittrice ci regala una lettura piacevole (e lunghissima!), una favola fantasy ricca di magia e popolata da creature intriganti, con una bella caratterizzazione dei personaggi, una scrittura meticolosa  e molto accurata, ma anche uno stile piuttosto piatto, che rischia di diventare troppo statico e privare noi lettrici della magia che solo l’azione e l’avventura ci sanno regalare.



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