Recensione "Il mio cuore e altri buchi neri" di Jasmine Warga


"Il mio cuore e altri buchi neri" 
di Jasmine Warga

La Trama
Aysel ha sedici anni, una passione per la scienza e un sogno che coltiva con quotidiana dedizione: farla finita. Tutto ormai sembra convergere in quel buco nero che è diventata la sua vita: i compagni di classe che le parlano alle spalle, un lavoro deprimente, il delitto commesso da suo padre che ha segnato per sempre il suo destino. Aysel vorrebbe sparire dalla faccia della Terra, ma le manca il coraggio di farlo da sola. Per questo trascorre il tempo libero su "Dipartite serene", un sito di incontri per compagni... di suicidio. Roman, perseguitato da una tragedia familiare e da un segreto che vuole lasciarsi alle spalle, è il prescelto. Eppure, proprio nell'attimo in cui stanno per abbandonarla, la vita potrebbe mostrare il suo lato leggero, dolce e pieno.

La mia opinione

Il mio rapporto con i romanzi Young Adult che affrontano tematiche serie e un po’ angoscianti come la depressione e le tendenze suicide, è molto simile a quello di una zanzara nei confronti della lampada al neon: pur sapendo che saranno solo guai, si sente terribilmente attratta dalla sfida che rappresenta, per cui si avvicina…. un po’ di più…. ancora un po’…. e poi zac! Rimane fulminata.
Ecco, io mi sento più o meno in questo modo, perché inevitabilmente continuo a cascarci, ogni benedetta volta, mentre la mia psiche subisce un nuovo profondo scossone.
Ma va bene così, perché provare emozioni intense e struggenti mi rende più sensibile e mi fa sentire quasi più viva, in un modo un po’ contorto e masochista, ma pur sempre efficace. E nemmeno questa volta mi sono pentita della scelta che ho fatto…. oddio, quasi mai, poiché buona parte del libro è stata un po’ tosta da digerire e vi spiego subito il perché.


Aysel è una ragazzina segnata a vita da un crimine commesso dal padre e per questo porta su di sé un fardello che ogni giorno diventa sempre più pesante e insopportabile.
Roman è un ex astro nascente del basket e da un anno a questa parte vive schiacciato dai sensi di colpa per la morte della sorellina di nove anni.
I due giovani si conoscono per caso chattando su “Dipartite serene” , un sito internet che parla di suicidio…. Si, avete capito bene, anziché discutere di cotte adolescenziali, di trucchi e tinte per capelli, di fumetti e videogiochi, questi teenagers parlano del modo migliore per togliersi la vita. Come se fosse l’argomento più naturale del mondo…. un po’ inquietante, no?
Ma non basta, perché nel suddetto sito internet c’è una sezione dedicata appositamente ai “compagni di suicidio”, come se un ragazzino depresso avesse bisogno di un partner che lo aiuti a togliersi la vita nel qual caso cambiasse idea per paura o per vigliaccheria. Perchè in fin dei conti suicidarsi richiede coraggio, ma vivere e affrontare i problemi nel mondo, secondo me, ne richiede molto di più.
E’ così che si incontrano Aysel e Roman, diventando compagni improvvisati in questa circostanza stramba e assolutamente malata.
Lo stile della scrittrice è semplice, schietto, pungente e provocatorio, come se la protagonista (che parla in prima persona) sminuisse volutamente un argomento così serio e importante, con l’obiettivo di scioccare noi lettori mentre lei resta calma e serafica, come se la tempesta nemmeno la sfiorasse. Ma è solo apparenza, perché in realtà sia lei sia Roman devono combattere con il “tarlo nero” della depressione che li divora lentamente dall’interno.
E’ strano vedere due teenagers che interagiscono fingendo di essere normali, ma dentro di sé hanno ben chiaro il giorno in cui si toglieranno la vita. Anzi, più che strano, direi inquietante. E il fatto che Roman continui a puntualizzarlo per accertarsi che lei non cambi idea, ad un certo punto arriva quasi a darmi fastidio.
Poi però i toni cupi del romanzo iniziano ad alleggerirsi, perché tra i due ragazzi si crea un’intesa perfetta, una sorta di sintonia che nasce nelle profondità di un abisso oscuro. E questo è pericoloso, perché si rischia di rivalutare i propri obiettivi e di scoprire che dopo tutto, esiste qualcosa per cui vale ancora la pena di vivere.


Quindi il messaggio che questo libro ci trasmette, alla fine, è un messaggio positivo, di speranza, che ci fa tirare un profondo sospiro di sollievo.
Perché nonostante la vita non sia sempre rose e fiori e non basti un tocco di bacchetta magica per risolvere i problemi più seri, quando leggo un romanzo ho bisogno assoluto di un lieto fine, un bisogno quasi spassionato per essere sinceri. Anche se si tratta di finzione devo sapere che le cose, in un modo o nell’altro, alla fine andranno per il verso giusto. Perchè viviamo in un mondo difficile e i libri hanno il compito, anzi… il DOVERE, di rendercelo più leggero e sopportabile.


1 commento

  1. Non ho letto questo libro e non lo conoscevo nemmeno, ma sbaglio ho la cover ricorda molto quella di "Colpa delle Stelle"?

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