Intervista a Cecilia Randall a Tempo di Libri

Tempo di Libri, Milano, 23 aprile 2017.


Una giornata meravigliosa e frenetica, piena di eventi, incontri, autrici, lettrici e bloggers. Giornata in cui abbiamo avuto l’occasione di intervistare la bravissima Cecilia Randall, autrice della serie Hyperversum edita da Giunti, di cui è appena uscito il libro più recente “Hyperversum Ultimate”. Arriviamo di corsa al luogo dell’incontro (eravamo al capo opposto del padiglione) e troviamo Cecilia con suo marito e il loro splendido bimbo. Roberta di SmashNews ha organizzato il tutto. Selly ed io (Julia) di Leggere Romanticamente, Clarissa di Words of Books e Silvy di We Found Wonderland in Books siamo le intervistatrici. Entriamo tutte nella sala stampa e ci accomodiamo ad un tranquillo tavolino, dove l’intervista ha inizio.

JULIA: Qual è stata la differenza più grande nello scrivere la storia dal punto di vista di Alex e Marc rispetto a quello dei loro genitori?

CECILIA: La differenza è che come protagonisti hanno circa dieci anni di meno, e quindi invece di essere dei giovani che, seppur spaesati nel Medioevo, hanno sicuramente più risorse e più maturità, Alex e Marc sono due adolescenti in balia di loro stessi e, come tutti gli adolescenti, hanno una vena di incoscienza che i loro genitori non avevano. Perciò la differenza è stata gestire questi due personaggi molto più irruenti e, nello stesso tempo, mi ha dato la possibilità, avere dei personaggi così giovani, di alleggerire l'atmosfera rendendola più solare, più allegra tutto sommato, nonostante ci siano comunque guerre e fatti di sangue in sottofondo.

JULIA: Mi pare di aver capito che Hyperversum Next fosse già un po' in programma quando è stata iniziata la prima serie. Hyperversum Ultimate è frutto di un'ispirazione successiva o era già previsto?

CECILIA: Next l'ho scritto nel 2005 dopo il primo Hyperversum e, secondo me, il secondo volume era il vent'anni dopo. Però io all'epoca non pensavo neanche che sarebbe stato pubblicato. Ho scritto l'avventura dei genitori e poi sono già andata avanti con la fantasia ai figli. Sono andata avanti a scrivere per puro piacere personale. E poi il romanzo è rimasto nel cassetto perché l'editore mi ha chiesto una seconda avventura con Ian e Daniel e poi una terza. Poi è venuto il momento di cambiare un attimo atmosfere, di cambiare argomento, e quindi Next è rimasto nel cassetto, fino a quando sono diventata mamma e ho pensato che fosse arrivato il momento di far diventare genitori anche i miei personaggi. Per cui Next è tornato di nuovo fuori, era arrivato il momento di affrontare le atmosfere più leggere di cui dicevo prima, però sì: è frutto di un'ispirazione che era del 2005. Invece Ultimate l'ho dovuto scrivere dopo la pubblicazione di Next quindi è recentissimo, sia come pubblicazione, sia come ispirazione.

JULIA: Hyperversum Ultimate tratta il tema di quanto sia diversa la mentalità moderna rispetto a quella medievale, soprattutto dal punto di vista femminile. Cosa comporta questo dal punto di vista del rapporto tra i protagonisti?

CECILIA: Dici come relazione tra i due personaggi? Beh, è piuttosto complicato perché erano molto più vicini tra di loro qualche anno prima, diciamo. Quando Marc ancora era un adolescente scudiero. Adesso è comunque un adolescente, ma ha due anni di esperienza sulle spalle e, soprattutto, ha sulle spalle il peso di un nome importante e il peso di un ruolo importante, perché lui è diventato primo cavaliere del re. Ne consegue che quello che prima lui poteva affrontare più a cuor leggero, adesso si immagina le ripercussioni che ci possono essere sulla sua famiglia, sulla corte del re, sulla sua reputazione e poi, non ultimo, sulla sua promessa sposa. Per cui le differenze si sono accentuate perché lui è diventato, si sente un uomo a tutti gli effetti, un uomo medievale con degli obblighi. E fa molta più fatica a tollerare quelle che sono le stranezze o le esuberanze di una ragazza che cerca di mettersi nei panni di una dama medievale la quale, tuttavia, ha vissuto questa cosa soprattutto sui libri, quindi sta cercando di adattarsi a un ruolo in cui non è né nata né cresciuta. Quindi se per lei è difficile adattarvisi, per Marc è molto più difficile “perdonarle” qualsiasi trasgressione alle regole. Fermo restando che entrambi hanno una vena di incoscienza sotto, che probabilmente è quello che gli accomuna, alla fine.

JULIA: Poi volevo fare una domanda personale. Se tu in prima persona fossi catapultata nel passato, quale epoca preferiresti visitare?

CECILIA: Ieri. [Ride] Ieri l'altro, massimo una settimana fa, ecco. È uno dei miei incubi peggiori. Me lo chiedono spesso ma no, non ci penso proprio.

SELLY: Ti piace restare nel presente.

CECILIA: Mi piace restare dove sto. Il discorso è, se mi fanno tornare da turista con la garanzia che non mi succede niente e posso tornare indietro quando mi pare, allora un giro da turista lo faccio, ma alle condizioni con cui ho mandato indietro i miei personaggi, no, non ci penso proprio.

SELLY: E nel futuro invece ti piacerebbe?

CECILIA: Nel futuro mi piacerebbe molto di più, però anche lì con la garanzia. Vorrei trovarmi in un futuro alla Star Trek e non uno alla Terminator. Dipende dal futuro. Per cui, forse. Ma sto bene qui.

JULIA: Per quanto riguarda la scrittura, c'è mai stato un personaggio che si è “ribellato”? Del quale avevi in mente un percorso per lui ma poi, scrivendo, ha trovato una voce diversa da quella che avevi in mente?

CECILIA: Allora, se vogliamo parlare di difficoltà nel gestire un personaggio, il personaggio più difficile che finora ho gestito è Seija di Millennio di Fuoco. Quello è stato veramente difficile perché non riuscivo a entrare in sintonia con lei all'inizio. È stata la mia prima eroina femminile nel vero senso della parola e non riuscivo a inquadrarla. Ci ho messo cento, centoventi pagine prima di andare d'accordo con lei. Però, c'è da dire che, nonostante questa difficoltà, lei ha sempre fatto quello che io immaginavo avrebbe fatto nella trama. Un personaggio che invece non ha per niente fatto quello che io immaginavo dovesse fare nella trama, però è successo in maniera naturale senza drammi, è stato il conte Guillaume de Ponthieu nel primo Hyperversum. Io me l'ero immaginato un freddo calcolatore che sposta le pedine sulla scacchiera, pronto a sacrificarle quando fosse il momento, e invece, più o meno intorno al capitolo 13, lui se ne esce con una frase che non mi aspettavo e che dice che, essenzialmente, Isabeau per lui è una figlia e non esiterebbe a uccidere chiunque la facesse soffrire, e in quel momento lì mi ha spiazzato, perché non era più un freddo calcolatore uno che se ne esce con una frase del genere. E allora lì ha cambiato il suo destino. Ma è successo in un modo talmente naturale che non mi ha fatto imprecare.

JULIA: Come hai fatto a incastrare così bene la trama in eventi storici realmente esistiti?

CECILIA: Beh, è venuto abbastanza naturale perché prima ho ideato gli avvenimenti che mi servivano per la trama e poi sono andata alla caccia di avvenimenti storici che servissero nei punti giusti. Esempio pratico: mi serviva una battaglia campale, quindi prima ho ideato la storia di Ian e di Isabeau, parlo del primo Hyperversum, poi quando avevo la trama in mente (non avevo ancora una location precisa, non sapevo ancora “Francia, 1214”, sapevo “Europa, XIII secolo” che era molto più vago), sono andata a cercare una battaglia campale che mi servisse, la battaglia di Bouvines, e ho disposto intorno a questi avvenimenti le avventure dei miei personaggi. Lo stesso è stato per Gens Arcana, avevo bisogno di un bagno di sangue in una città del Rinascimento, la prima che mi è venuta in mente è Firenze, che è anche vicina a casa mia (cosa che mi ha facilitato anche quando era il momento di fare le ricerche storiche sul posto). E cercando un bagno di sangue a Firenze la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la congiura dei Pazzi, quindi anche lì dopo ho centrato l'avventura su quell'avvenimento storico.

CLARISSA: Rimanendo su questo tema, quanta ricerca, quanto lavoro c'è dietro per riuscire a incastrare tutti questi pezzi?

CECILIA: Tanto. La ricerca è tanta. Per il primo Hyperversum in realtà il romanzo è nato dalla mia passione per il Medioevo, per cui c'erano tante letture e tante esperienze a monte, più la voglia di scrivere qualcosa, e quando è stato il momento di pensare a dove ambientarla mi è venuto naturale pensare al Medioevo perché avevo già un background da sfruttare. Poi durante la stesura, quando ho deciso “Francia, 1214”, allora sono andata a prendere dei volumi sulla battaglia di Bouvines, sulla Francia di Filippo Augusto, con Ultimate e Next mi sono documentata sulla Francia di Luigi IX, sulla biografia di Margherita di Provenza. Però all'inizio c'era già una passione per il Medioevo che era già in parte consolidata. Gens Arcana è stato un incubo, nel senso: la ricerca storica è stata meravigliosa. Incubo per me, perché l'ansia e la paura di sbagliare qualcosa, anche solo un dettaglio, era altissima. Perché su Firenze è stato scritto di tutto, sulla Firenze del Rinascimento pure, e avevo molta paura di sbagliare qualcosa. Quindi lì la ricerca si è triplicata.

SELLY: Qualcuno ti ha rimproverato qualcosa?

CECILIA: Per ora no. Infatti sono contentissima. Devo dire che ho avuto un grande aiuto da parte della redazione: ogni volta che avevo un dubbio, la redazione mi aiutava con le ricerche, per esempio hanno contattato direttamente Palazzo Vecchio per avere delle informazioni, sono stati veramente bravissimi. Hanno sopportato le mie paranoie, però devo dire che finora nessuno mi ha rimproverato nulla, o perlomeno non lo hanno fatto direttamente con me.

CLARISSA: E la stessa passione che c'è per il Medioevo c'è anche per i videogiochi?

CECILIA: Sì, il problema è che non ho il tempo di giocare

CLARISSA: Ma ti piacerebbe un gioco come Hyperversum? Perché non credo che al momento esista, la realtà virtuale non è così sviluppata.

CECILIA: Mah, ti dirò che l'anno scorso alla fiera del libro per ragazzi di Bologna ho visto una cosa che ci assomiglia veramente molto. Ho visto dei ragazzi giocare nello stand di una ditta che sviluppa videogiochi. Avevano il visore, non avevano i guanti bensì due joystick. Loro erano in una stanza e noi su uno schermo vedevamo quello che vedevano loro nei visori: stavano combattendo dei pirati sul ponte di un galeone. Quindi era veramente molto bello. Non avevano i guanti, ma ci stiamo arrivando.

CLARISSA: Ci giocherai ovviamente, se uscirà?

CECILIA: Se uscirà, sicuramente.

SELLY: Nel Medioevo?

CECILIA: Ah beh sì. [Ride] Spero bene di non rischiare di finire di là.

SILVY: Se dovessi scegliere un personaggio dei tuoi libri con cui andresti più d'accordo, saresti più amica, chi sarebbe?

CECILIA: Direi Ian. Perché è il più posato. Ian o Daniel, perché sono entrambi molto ragionevoli.

CLARISSA: Ian me lo è sembrato un po' più. Sapeva bene cosa voleva, cosa bisognava fare…

SELLY: Deciso.

CECILIA: Sicuramente. È la persona con meno intemperanze, direi che è la persona con cui andrei più d'accordo dal punto di vista caratteriale. Poi se mi chiedessero “Chi tra i tuoi personaggi vorresti più incontrare?” (però solo incontrare una volta, eh), sarebbe Raivo di Millennio di Fuoco. Lui lo incontrerei volentieri perché è il cavaliere nero che ho sempre sognato di mettere sulla carta. Ci ho meditato sopra molti anni ed è venuto esattamente come me lo immaginavo. Però da starci a distanza. [Ride]

JULIA: E ti sei mai ispirata a persone che conosci realmente?

CECILIA: No

SELLY: Neanche qualche personaggio famoso?

CECILIA: Assolutamente no, almeno non coscientemente. Perché è logico che tutto quello che vedi, le conoscenze, le influenze, ti rimangono dentro in ogni caso. Ma no, non da dire “Prendo esempio da questo o dall'attore o dalla tal persona per farlo diventare un personaggio.” E meno che mai ci sono io dentro i miei personaggi. Perché loro devono fare delle cose che io non sono capace di fare
o fare delle cose che vanno contro la mia predisposizione naturale.

SELLY: Ti piacerebbe vedere sul grande schermo una delle tue saghe? O anche una serie televisiva?

CECILIA: Magari.

SELLY: Quale?

CECILIA: Tutte! [Ride] Me ne basta una, a scelta.

SELLY: Chi vedresti come attori?

CECILIA: Ah no, su questo sono un disastro. Non riesco a immaginarmi il casting nella maniera più assoluta. Se dovessi immaginare un attore per quanto riguarda la voce, allora direi Benedict Cumberbatch per quanto riguarda Raivo perché come voce è assolutamente perfetto. Quando l'ho sentito in lingua originale… Ha una voce divina che è assolutamente quella che mi immagino.

CLARISSA: Invece, ritornando indietro sulla prima trilogia, abbiamo come protagonisti due uomini, quindi un punto di vista strettamente maschile, mentre nella seconda sono un ragazzo e una ragazza. Quanto è stato difficile fare il punto di vista femminile?

CECILIA: Mah, dopo l'esperienza di Seija in realtà è stato più facile, anche perché Alex è una ragazza dei giorni nostri rispetto a Seija che invece era inquadrata in una determinata mentalità lontana da noi, mentre Alex ha anche dei tratti un po' da maschiaccio quindi è stato più facile gestirla. Non ho trovato delle grosse difficoltà con Alex. Ian e Daniel avevano due mentalità diverse pur essendo due uomini perché uno era lo storico-umanista mentre l'altro era il razionale-scientifico della situazione, però siccome tutti questi personaggi sono moderni sono più vicini a noi anche come reazioni. È stato più facile rispetto ai personaggi che sono ambientati nella loro epoca.

CLARISSA: Ed è stata una scelta specifica per cui sono due personaggi maschili e non femminili?

CECILIA: No, niente di premeditato.

CLARISSA: Perché ultimamente la maggior parte dei libri con ragazzi di quell'età sono raccontati dal punto di vista femminile.

CECILIA: È che a me non piace avere un protagonista solo. Perché avere una sola voce narrante mi costringe a raccontare solo le scene in cui lui o lei è presente. Ad esempio, in Twilight, che ho letto e mi sono anche divertita a leggere, tutte le scene di combattimento tra vampiri che vengono raccontate quando lei non è fisicamente presente mi danno fastidio. Io avrei voluto vederle quelle scene. E quindi io preferisco avere almeno due personaggi. E in questo caso mi è venuto naturale avere il figlio di Ian e la figlia di Daniel. Anche perché era più divertente poi avere il rapporto tra loro due e il contrasto tra loro due. Perché due ragazzi adolescenti, maschi, che anche abbiano due mentalità diverse, sarebbero stati molto meno contrastanti. Alla fine avrei avuto di nuovo il ragazzo che viene dal futuro, va nel Medioevo e si trova nelle stesse difficoltà di suo padre e non c'era niente di nuovo. Però la ragazza che si trova, per giunta da sola, nel Medioevo, mi dava più possibilità.

SELLY: Quanto è importante per te la componente romance all'interno dei tuoi libri?

CECILIA: È importante perché credo che in una storia ci possa stare, però non è predominante. Cioè, se la storia ci sta all'interno dell'avventura ben venga, o anche se viene fuori tra le righe e all’inizio non me l’aspettavo, come è successo per esempio in Hyperversum con Donna ed Étienne de Sancerre che mi è venuta lungo la strada, senza che immaginassi che sarebbe finita così tra loro due. Però io non parto mai da quello. Parto dall'avventura, poi tutto il resto se ci sta, ben venga.

SILVY: C'è stato un personaggio che all'inizio è nato come secondario ma poi ti è piaciuto così tanto che ti ha fatto pensare di poter scrivere un libro su di lui o di approfondirlo di più nel prossimo?

CECILIA: Sicuramente ci sono dei personaggi che devono essere sviluppati di più e che per il momento sono stati messi da parte, ma dire che farò un romanzo solo su di loro no. Per ora i secondari hanno sempre fatto la loro parte e restano secondari, anche se qualcuno l'ho dovuto domare con la frusta proprio. Tipo Manente di Gens Arcana che ha rischiato di rubare molto la scena a Valiano. Però fare un romanzo solo su di lui no. Idem per il Leone inglese de “Il Falco e il Leone” che ha fatto esattamente quello che mi aspettato che facesse. Sarebbe un ottimo protagonista, però per ora no.

SELLY: Cosa stai scrivendo adesso?

CECILIA: Io ho tre progetti in ballo, però per il momento stiamo ancora decidendo. Sono stata autorizzata a dire che Next e Ultimate avranno un terzo volume con gli stessi personaggi, ma non sappiamo se sarà il mio prossimo libro oppure no. Potrebbe esserci qualcosa di mezzo.

SELLY: Quanto dovremo aspettare più o meno?

CECILIA: Spero poco perché io devo iniziare effettivamente a scrivere, sto decidendo adesso. Questione di poco, ma per scaramanzia prima di poter dire qualcosa...

SELLY: È in fase di scrittura?

CECILIA: Sono in fase di scrittura e di documentazione storica.

CLARISSA: Quindi ci sarà di nuovo della storia.

CECILIA: Sì, ci sarà di nuovo della storia. [Ride]

SELLY: Una domanda personale: quando non scrivi, quando non sei concentrata sul bambino, il marito, che cosa ti piacerebbe fare nel tempo di relax?

CECILIA: Quale tempo di relax? [Ride] Dormire! No, in realtà, se avessi delle ore libere, l'ordine di importanza sarebbe leggere e guardare film.

CLARISSA: Ecco, un libro che consiglieresti.

CECILIA: Eh, a chi?

CLARISSA: A chi sono piaciuti i tuoi libri.

SELLY: Fai finta di consigliarlo a noi.

CECILIA: Sul fantasy, tutta la saga di George Martin. Sul giallo, tutti i Montalbano. Un libro per tutte le età che consiglio sempre a tutti è La Collina dei Conigli di Richard Adams, il mio libro preferito in assoluto. È un libro per bambini, però letto da adulti ha tutto un altro significato.

CLARISSA: È quello il libro che ti ha fatto venire voglia di scrivere o ce n'è un altro in particolare?

CECILIA: In realtà io non ho mai detto: “Voglio scrivere”. Io volevo fare la fumettista, quindi volevo disegnare. Però quello sicuramente è il libro. L'ho letto la prima volta alle elementari e almeno una volta all'anno da allora fino ad oggi. Ce l'ho in tedesco, in inglese, in audiolibro, in ebook… (mi manca la versione francese perché ancora non sono riuscita ad acchiapparla). È un libro che adoro pazzamente. Anche se, quando me lo regalarono, io stavo leggendo pirati, corsari… Mi è arrivato questo mattone alto cinquecento pagine con sopra il coniglietto bianco su sfondo azzurro e io ho detto: “Ma siete sicuri?”. Il primo capitolo me l’ha letto mia madre, perché io non ci pensavo neanche, e mi sono innamorata pazzamente. È un libro di avventura incredibile nonostante i protagonisti siano conigli e da allora è comunque il mio libro preferito.


E così la chiacchierata si conclude, abbiamo parlato fin troppo e Cecilia deve partecipare a un evento tra meno di un’ora. Il bimbo si è addormentato. Cecilia autografa le nostre copie di Hyperversum Ultimate e scattiamo delle foto insieme. È stato incredibile incontrare l’autrice dei libri che ho tanto amato e scoprirne i retroscena (oltre a essere rimasta incuriosita da questo libro, La Collina dei Conigli, chi l’avrebbe mai detto?). Un incontro che mi resterà impresso.


Infine, il video-saluto di Cecilia Randall a voi lettrici del blog.



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