Recensione: Dream. Offerta d'amore di Karina Halle

Dream. Offerta d'amore
di Karina Halle

Trama
Nicola Price aveva tutto: una carriera fantastica, il fidanzato perfetto, una collezione di scarpe esagerata e un appartamento in uno dei migliori quartieri di San Francisco. Ma quando rimane incinta e il suo stupido fidanzato la lascia di punto in bianco, il mondo perfetto di Nicola precipita. Senza rialzarsi. Oggi Nicola è la fiera madre single di una bambina di cinque anni e vive una gigantesca bugia. Può permettersi a malapena il suo appartamento, e tutti gli uomini con cui esce scappano quando scoprono che ha una figlia. Fatica a tirare avanti e ha paura, ed è ben lontana dalla posizione in cui si immaginava di essere a trentun'anni. La sua salvezza arriva sotto forma di uno scozzese alto, bello e ricco di nome Bram McGregor, il fratello maggiore del suo amico Linden. Bram ne sa qualcosa di orgoglio, così quando alcune circostanze tragiche fanno toccare il fondo a Nicola, le offre un appartamento dove stare in un palazzo di sua proprietà. È un'offerta fantastica, sempre che non sia un problema per lei vivere accanto a Bram, un uomo che, malgrado la sua generosità, sembra voler discutere con lei su tutto. Ma niente è gratis e mentre Nicola si rimette in sesto, scopre che l'enigmatico playboy potrebbe costarle più di quel che pensava. Potrebbe perdere il suo cuore. I fratelli McGregor portano solo problemi...


La mia opinione


Innanzitutto vorrei specificare che ho letto questo romanzo in inglese e non in italiano. So che può sembrare un’inezia, ma ho notato che cambia molto l’effetto di un libro a seconda della lingua, quindi preferisco specificarlo.
Mentre Dream Patto d’amore era stato il primo romanzo di Karina Halle che avessi letto, prima di iniziare Dream Offerta d’amore ho letto la sua serie The Artists Trilogy e devo dire che alla fine è stata una grossa, enorme delusione. In più, tutti mi avevano messo un po’ in guardia da Dream Offerta d’amore quindi mi ci sono voluti giorni di autoconvinzione mentale prima di prenderlo finalmente tra le mani, metaforicamente parlando.
E devo dire che è stata una lettura piacevole. Niente di eclatante ma neanche niente di terrificante.
I protagonisti di questo romanzo sono Bram e Nicola. Non sapere come leggere il nome di lei se non in italiano, mi ha creato qualche problema perché uno dei miei migliori amici si chiama così e all’inizio mi immaginavo lui come protagonista, il che era alquanto sconcertante. In ogni caso, una volta abituata, sono riuscita a godermi il libro senza altre immagini inquietanti.
Bram è il classico dongiovanni che continua a fare battute sconce e a provarci fino all’esaurimento nervoso della preda. Io adoro leggere di personaggi così, perché spesso hanno un sacco di bagaglio emotivo, solo che in questo caso non mi è sembrato approfondito più di tanto.
Nicola è una madre single, nel primo romanzo mi era stata un bel po’ antipatica se devo essere onesta, e non sono sicura di aver ancora cambiato idea. Lei ha appena perso il lavoro, la sua macchina non funziona e il suo affitto è appena stato aumentato. Insomma è nei guai fino al collo, soprattutto quando scopre un altro problema che le causerà più spese del necessario.
Il buon vecchio samaritano Bram si offre di aiutarla, dandole un posto in cui vivere gratuitamente, fino a che non riesce a stare in piedi da sola. L’appartamento a fianco al suo. Nicola all’inizio rifiuta, ma alla fine, non avendo altra soluzione, accetta, il che la porta ad un solo, sottilissimo muro di distanza dall’uomo che stava cercando di cancellare dalla sua mente.
Ovviamente i due inizieranno a costruire una storia d’amore, finché non succede qualcosa di drammatico a dividerli. La cosa peggiore è che c’è una povera bimba di cinque anni tirata nel mezzo.
Come ho già detto, questo romanzo è stata una lettura piacevole, ma niente di che. Il problema più grosso che ho avuto è che l’ho trovato fin troppo prevedibile. Ogni cosa che succedeva l’avevo già prevista pagine prima. Le battute però erano divertenti e Bram si rivela avere un animo un po’ più profondo di quello che sembra all’inizio. 


«Nicola», dice prendendomi il viso fra le mani, fissandomi con un’intensità unica. «Lo so che sei rimasta scottata. Ma sono rimasto scottato anch’io. Forse le nostre ceneri possono costruire qualcosa di bello insieme.»


Voi l’avete letto? Che ne pensate?

Nessun commento

Se ti è piaciuto il post condividilo!
E se ti va, lascia un commento!