Recensione: Tutta colpa mia di Juno Dawson

Tutta colpa mia
di Juno Dawson

Trama
Quando si sveglia sul sedile posteriore di un’auto di lusso, Lexi non capisce cosa le sia successo. Mentre tenta di articolare qualche parola, riconosce la voce di suo fratello Nik. Le sta dicendo che va tutto bene, che presto starà meglio. Ed ecco che i primi ricordi della notte precedente cominciano ad affiorare. Il suo vestito da diecimila sterline, le luci, la festa, lo sballo… La sensazione di milioni di glitter iniettati nelle vene. E poi il buio. Quando la macchina si ferma, non ha bisogno di guardare fuori per capire dove l’ha portata Nik. Lexi pensava di aver toccato il fondo con la droga, ma si sbagliava. Il fondo è il Centro Clarity, una lussuosa clinica di riabilitazione. La terapia è durissima, medici e infermieri sono premurosi ma inflessibili: l’unica speranza di uscire dal tunnel è stringere amicizia con gli altri pazienti. E forse anche qualcosa di più… Perché non c’è danno che non si possa riparare e la droga più potente di tutte è l’amore.


La mia opinione


Ho molta difficoltà a parlare di questo libro, per diverse ragioni. Non mi è piaciuto per nulla lo stile di scrittura per i primi tre quarti del romanzo. Appena la storia mi prendeva, c’era qualcosa che mi ributtava fuori. Non so dire se sia un problema della scrittrice o della traduttrice, ma mi ha reso ostica la lettura. Ho anche avuto l’impressione, almeno all’inizio, che Tutta colpa mia fosse stato scritto da un uomo e mi mette un po’ a disagio ammetterlo perché poi sono andata a indagare e ho scoperto cose che non so bene come interpretare in relazione allo stile narrativo. Quindi, lascerò cadere qui l’argomento.
La storia è anche interessante, soprattutto vedere il modo iniziale un po’ frenetico che poi si rilassa mano a mano che la nostra protagonista accetta la sua dipendenza da droga.
Lexi è un personaggio un po’ strano. Per certi aspetti è molto debole. Si lascia facilmente manipolare dal ragazzo che ama che la tratta come una pezza da piedi. Mentre per altri è l’esatto opposto. Non tutti riuscirebbero ad affrontare la riabilitazione e i propri problemi nel modo in cui fa lei. In più, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, a parte dal suo ragazzo.
Tutta colpa mia è pieno di personaggi interessanti e ben costruiti e non ha paura di scavare a fondo nelle oscurità che crea la dipendenza. Per questo aspetto, mi è piaciuto molto come romanzo. Non è facile trovarne uno così. Penso abbia bilanciato bene la dura realtà della vita e alcuni aspetti un po’ più romanzati per rendere il tutto più interessante.
Una cosa, invece, per cui ho avuto dei problemi, però, è la dipendenza di Brody. Dal punto di vista relazionale penso sia una delle peggiori e, per quanto sia brutto da dire, mi riesce veramente, veramente tanto difficile riuscire a sperare in un lieto fine con un personaggio con questo tipo di problemi. Soprattutto uno che sa di essere ben lontano dalla guarigione. Avrei consigliato a Lexi di correre dalla parte opposta del paese. Detto questo, però, devo anche ammettere che a parte aver nominato la sua dipendenza uno o due volte, non si è mai comportato come tale, piuttosto come una persona ossessivo compulsiva.
Nel totale, nonostante i suoi alti e bassi, soprattutto nella parte di mezzo, darei al romanzo tre stelle e mezzo.

- Punto di vista: prima persona
- Sensualità: qualche bacio, qualche scena un po’ più spinta
- Caratteristiche: carino, emozionante
- Stile narrativo: problematico
- Tipo di finale: conclusivo



Si ringrazia la casa editrice Newton Compton per la copia ARC del romanzo.

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