Recensione "Gray" di Francesco Falconi

"Gray" 
di Francesco Falconi

Trama
Dorian osserva l’Anima Nera strisciare sulla sua pelle come un tatuaggio, avvolgersi alla spalla e raggiungere la sua schiena. E’ il serpente oscuro che l’ha condannato a un inferno in terra: l’immortalità. Cent’anni prima, di fronte a un ritratto che esaltava la sua bellezza, Dorian ha osato desiderare di rimanere giovane e seducente per sempre: il suo desiderio è stato esaudito, ma il prezzo da pagare è un baratro infinito di estasi e perdizione.
Layla è tormentata da un demone che le toglie il respiro, la ragione e la volontà. E’ prigioniera di un corpo che sente disarmonico e deforme. Il suo rifugio è l’arte, e quel ritratto di ragazzo che da sempre disegna con precisione maniacale, occhi di ghiaccio e corpo perfetto, pur non avendolo mai conosciuto.
In una Roma incantevole e superba, Dorian e Layla stanno per incontrarsi e i loro destini si allineano come tessere del domino in attesa di essere sfiorate.

La mia opinione

E’ la prima volta che in una recensione ho così tante cose da dire che non so da dove cominciare.
Questo romanzo prende sicuramente spunto dall’omonima e famosissima opera di Oscar Wilde ma non la reinterpreta soltanto, come ci si aspetterebbe, piuttosto la usa come punto di partenza per poi andare in una direzione tutta sua, riadattandola in chiave moderna e con estrema originalità.
Non è un romanzo facile da capire e non è una lettura adatta a tutti. Io l’ho semplicemente adorato.
Francesco Falconi ha un modo di scrivere che colpisce: le frasi che usa sono semplici, corte, sintetiche, un linguaggio a volte quasi schematico, ma nonostante ciò riesce a regalarci descrizioni precise e molto realistiche di persone, luoghi e situazioni.  Ricrea in modo diretto (a volte quasi crudo) gli stati d’animo e le emozioni degli uomini, dipingendole in modo così dettagliato che ti sembra di provarle di persona.
Con poche frasi descrive la psiche di tutti i personaggi, anche quelli minori, con le loro ossessioni, le loro fobie, i loro sogni e illusioni.
Per non parlare poi dei riferimenti artistici e delle citazioni letterarie, sempre inseriti al momento giusto e capaci di rendere ancora più ricco e interessante il romanzo. 
Ora però veniamo ai protagonisti:
Layla è una ragazza comune, giovane e inconsapevolmente bella, ma con una malattia con cui deve convivere da alcuni anni, chiamata “dismorfofobia”. Per colpa di questo disturbo mentale, ha una percezione completamente distorta di se stessa e del proprio corpo. Ogni volta che si guarda allo specchio o prova ad immaginarsi fisicamente, non vede la sua reale figura, bensì un mostro deforme e orrendo, tale da scatenare disgusto per se stessa, oltre che improvvisi e intensi attacchi di panico, che le impediscono di avere una tranquilla vita sociale e la costringono a convivere con un costante senso di inferiorità.
Dorian invece è un ragazzo che cento anni prima ha preso una decisione importante: ha venduto la sua anima in cambio di eterna bellezza ed eterna giovinezza. Ma quello che all’inizio era apparso come un meraviglioso dono e un immenso privilegio riservato soltanto a lui, col passare del tempo si è trasformato in una condanna da cui non può liberarsi. Perché lui non può morire. Mai.
Per questo motivo conduce una vita lasciva, sregolata e vende il proprio corpo dandogli un mero valore estetico. Dorian non è capace di amare ma può soltanto scatenare un desiderio quasi disperato in tutti gli uomini e le donne che lo incontrano, che restano inevitabilmente ammaliati da lui ed infine abbandonati nella loro agonia.

E nel frattempo la sua Anima Nera, la bestia che dimora in lui, si nutre avida del loro amore.
Poi però Dorian e Layla si incontrano, due anime tormentate, accomunate dall’amore per l’arte. 

Lei è schiva, introversa e restia a farsi conoscere per cui Dorian prende inizialmente il suo corteggiamento come se fosse una sfida, una delle più interessanti in cui si è cimentato fino ad ora. Poi qualcosa cambia e lui si rende conto che questa volta vuole di più, perché con lei riesce ad essere se stesso deponendo per la prima volta la maschera di finzione con cui convive da un secolo.
E mentre la bestia che lo tormenta nel profondo brama sempre odio e vendetta, ciò che resta della sua anima inizia a provare qualcosa di diverso e si chiede se forse esiste ancora una speranza di redenzione e la possibilità di provare dei sentimenti veri, trovando una volta per tutte quella pace interiore che la sua Anima Nera gli ha sempre impedito di raggiungere.
E poi… e poi il libro va letto, punto e basta.
Questo è un romanzo che lascia il segno, che ti cattura nella mente e nell’animo e ti fa riflettere sulle mille sfumature della psiche umana, sul confine sottile che esiste tra “sanità mentale” e “follia” e sulla facilità con cui si può cambiare opinione sul concetto di giusto-sbagliato, etico-immorale, buono-cattivo, perché alla fine tutto è relativo e non esistono certezze assolute.
Ogni volta poi ti lascia in sospeso con la stessa domanda, un tarlo che fa girare incessantemente gli ingranaggi della tua mente: “Cosa saresti disposto a fare per ottenere ciò che desideri di più al mondo?” E alla fine ti accorgi che la risposta non è poi così scontata.

1 commento

  1. E' una vita che voglio leggere questo libro e prima o poi ce la farò anche perchè sembra davvero originale e interessante! ciao Maria

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