Recensione ROSES di Maria Claudia Sarritzu

Roses

di Maria Claudia Sarritzu

Trama
Secondo Mary Campbell esistono due tipi di persone al mondo: quelle capaci di
fare le scelte giuste, e quelle che collezionano uno sbaglio dopo l'altro. Lei sente di appartenere alla seconda categoria. Con un padre assente, un ragazzo che non la tratta come dovrebbe e degli amici all'apparenza folli, è ben consapevole di star buttando all'aria la sua vita. Una notte, sul Sydney Harbour Bridge, le si presenta un ragazzo di nome Michael, che le dice di essere un angelo mandato sulla terra per aiutarla a rimediare a tutti gli errori che ha commesso. Il simbolo della sua rinascita è il gambo spoglio di rosa rossa: ogni petalo che riuscirà a far ricrescere corrisponderà a un aspetto della sua vita che è riuscita a mettere al posto giusto. Quando il fiore sarà completo, la ragazza potrà esprimere un desiderio e Michael tornerà in Paradiso. Per quanto Mary non voglia credere alle parole di Michael, si ritroverà a dover fare scelte importanti riguardanti non solo la sua vita, ma anche quella di chi la circonda, molto spesso con l'interferenza di personaggi particolari. Alla fine del suo percorso, scoprirà che il suo desiderio è proprio quello che non pensava avrebbe mai potuto esprimere... 

La mia opinione

Basandomi sulla trama, mi aspettavo un libro molto serio e introspettivo su questa adolescente, Mary, che deve affrontare da sola una vita assai difficile. Ma fin dal primo capitolo mi ha subito ricordato uno di quei film per la TV, a basso budget e un po' sdolcinati, che guardi nel periodo natalizio o la domenica pomeriggio per passare due orette divertenti in compagnia della famiglia.
Mary è una ragazza a dir poco problematica: consuma così tanto alcool ed erba che è già tanto se si ricorda in che anno è, ancora non si decide a mollare Aiden, il suo ragazzo, anche se lui la tratta come uno zerbino, la scuola non la vede neanche con il binocolo e neanche si domanda che problemi hanno i suoi amici (perché chiaramente ne hanno parecchi).
Poi una sera, mentre era strafatta, incontra Michael Gordon King che si presenta come un angelo la cui missione è quella di aiutarla a migliorare la sua vita. Lei inizialmente pensa che si tratti di un'allucinazione dovuta alle droghe, dato che solo lei riesce a vederlo, ma poi si convince che sia tutto reale e capisce che si deve dare una svegliata.

Ogni volta mi illudo che le cose possano cambiare. Ogni maledettissima volta decido di dare fiducia a chi ha già dimostrato di non meritarla. È come se continuassi a mettergli in mano uno specchio che puntualmente fa cadere a terra dopo pochi secondi. Lo guardo frantumarsi, incollo tutti i pezzi, e glielo porgo di nuovo. Il problema è che ormai non può più riflettere nulla. Troppe schegge. È irreparabile. Inutile.

Tuttavia mi è risultato impossibile prendere questo libro seriamente, talmente risulta assurda e incredibile tutta la vicenda. Per tutto il libro sono disseminate battute e sketch che dovrebbero risultare comici, ma che sono talmente gonfiati da essere ridicoli. Insomma, quante volte si possono menzionare i litigi di Freddy Mercury e Michael Jackson in Paradiso senza andare sopra le righe?

 «Avevi ragione,» dico a Master Liam, seduto sulla nuvola davanti alla mia.
Mi sento un ladro. Colpevole.
«Lo so. Non è stato Kurt Cobain a rubare il muffin alla vaniglia, ma Gabriele D’Annunzio. Quell’esteta bugiardo.»
Alzo gli occhi al cielo. Affermazione alquanto strana visto che sono in cielo.

La prima volta quasi volevo sbattere la testa al muro, le successive ridevo mio malgrado perché non potevo credere a quello che stavo leggendo, verso la fine iniziavano ad essere esasperanti.
Perché se nella prima parte mi sono concessa di sbellicarmi dalle risate (proprio non potevo prenderlo in altro modo questo libro), nella seconda iniziano ad essere introdotti anche dei temi che avrebbero dovuto essere trattati con serietà e introspezione e questo rende A) i temi drammatici meno commoventi e realistici e B) le parti comiche più irritanti, in una commistione che non è né carne né pesce. 
Nonostante tutto in alcuni punti la lacrimuccia è scappata, perché ho il cuore tenero, ed è comunque un libro leggero che può far divertire e sognare, quindi non me la sento di bocciarlo completamente. 

Punto di vista: Prima persona, POV alternato di Mary e Michael
Sensualità: Tiepida
Caratteristiche: Comico, leggero, romantico
Stile narrativo: Scorrevole, colloquiale 
Tipo di finale: Autoconclusivo

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