"Amami per come sono"
di Jenny Hale
“Amami per come sono” è un titolo più che azzeccato per questo romanzo, perché il tema principale riguarda la capacità di trovare la felicità dove meno te l’aspetti, magari in un paesino “insignificante”, in mezzo a persone semplici e genuine e senza aspirare necessariamente alla perfezione.
Per una pianificatrice come Libby,
abituata ad avere sempre tutto sotto controllo, perdere il lavoro
e subito dopo il fidanzato, rappresenta una disgrazia di
proporzioni gigantesche, capace di mandare in frantumi
l’equilibrio quasi perfetto di una donna in carriera come lei.
Così, valigie in mano, lascia New York per tornare a White Stone, il
paesino della sua infanzia, dove l’aspettano una madre ambiziosa e
particolarmente impicciona, alcune vecchie amicizie e Pete, il
ragazzo che ha abbandonato 12 anni prima trattandolo in modo
piuttosto indelicato, solo per rincorrere il successo.
E naturalmente Pete è arrabbiato a
morte con lei, covando rancore nei suoi confronti ormai da moltissimo
tempo.
Pian piano però, grazie a comuni
conoscenze e a circostanze fortuite, i vecchi dissapori iniziano a
svanire e i due ragazzi tentano di riavvicinarsi, almeno in
amicizia. Ma non sarà per niente facile, per colpa dell’orgoglio
ferito di Pete e della rabbia che ancora non riesce a cancellare,
per colpa dei sentimenti di entrambi che in fin dei conti non si sono
mai sopiti e soprattutto per colpa di Libby, con la sua tendenza a
basare la propria vita soltanto sulle apparenze e sul giudizio
altrui. In particolare quello di una madre eternamente
insoddisfatta, che riversa sulla figlia tutte le sue ambizioni,
togliendole sicurezza e autostima.
Il primo difetto che ho trovato in
questo romanzo riguarda lo stile: sebbene sia elegante e
particolareggiato, spesso tende a dilungarsi un po’ troppo su certe
situazioni che a mio parere non sono così fondamentali (lasciando
poco spazio per esempio ai dialoghi, che invece rendono il racconto
più dinamico e scorrevole). Ma soprattutto si dilunga molto sui
ricordi dell’infanzia di Libby, rischiando di focalizzarsi troppo
sul passato e perdere di vista invece il presente, che è la parte
più interessante della storia.
Poi c’è Libby, un personaggio che
a dire la verità non ho completamente digerito: troppo succube
di una madre ambiziosa e troppo fissata col tentativo di recuperare
la sua facciata di perfetta donna in carriera. Una facciata che ahimè
vacilla… infatti la troviamo in lacrime praticamente in ogni
occasione. E poi nei confronti di Pete è incoerente per buona
parte del libro: si ripete sempre di stargli lontano, ma poi lo
cerca in continuazione e appena sono insieme rovina tutto con
risposte piuttosto crude o indelicate.
“Cosa vuoi da lui, Libby? Reciproca
indifferenza? Perdono? Amicizia? O qualcosa di più, dal momento che
sei ancora innamorata?” …diciamo che ha poche idee e ben
confuse.
Pete invece mi è piaciuto molto di
più, perché è un uomo che resta fermo sulle sue opinioni fino alla
fine, avendo perso completamente la fiducia nei confronti di Libby,
sebbene non serbi più rancore. E poi è grazie a lui che la
ragazza inizia ad aprire gli occhi e rivalutare i suoi obiettivi,
rendendosi conto che sono altre le priorità nella vita e che la
felicità non è data dal successo, ma da valori ben più importanti
come la famiglia, gli amici e i veri sentimenti. E finalmente si
fa apprezzare anche lei, grazie al suo percorso di crescita interiore
e di riscoperta di se stessa.
Nonostante una protagonista un tantino
confusa e qualche situazione un po’ tirata per le lunghe, questo
romanzo è stato comunque una lettura piacevole, coinvolgente e
capace di emozionare.
E la tematica che tratta è
importante e fin troppo attuale: nel tran-tran della vita quotidiana,
dove tutti corriamo in modo frenetico (chissà poi dietro a cosa),
ogni tanto sarebbe opportuno prendersi un momento per riflettere: “E’
realmente la vita che vogliamo? Siamo felici e soddisfatti di noi
stessi?”, beh, se la risposta è “no”, allora forse è il caso
di fermarci e reindirizzare la nostra esistenza su un altro binario,
perché la decisione spetta solo a noi.
mi ha incuriosito, non la solita trama :)
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