Autrice: Anna Chillon
Genere: Romanzo urban fantasy
Data di uscita: 27 Settembre 2015
La Trama
Lontano. Solo. Libero di accantonare quel poco di umanità rimasta, Alakim terrorizza le notti parigine dando sfogo alla parte più oscura di sé. È in queste condizioni che s’imbatte in un un uomo dalle grandi risorse ed empia inventiva, il cui potere cela azioni criminali. Alakim resta perciò a Parigi, lungi dall’idea di far ritorno e ignaro di chi, per amore o per vendetta, si è già messo sulle sue tracce. Per trovarlo, Nicole e Muriel hanno infatti deciso di intraprendere un viaggio che li costringe a mettersi in gioco nel più esplicito dei modi.
Scelte difficili e persone senza scrupoli ostacoleranno il loro cammino, ma ciò che conta è trovare Alakim per essere uniti ancora una volta nel tentare l’impossibile, scommettendo ancora tutto in nome di un’amicizia.
Lotteranno, cederanno alla carne e scenderanno a compromessi con la propria coscienza, per comprendere che, in fin dei conti, il “gioco” non è soltanto quello che si palesa come tale, ma è la vita stessa, nella quale ogni vittoria non è altro che l’inizio di una nuova avventura.
E chi tira le fila, non sempre ottiene esattamente ciò che vuole.
La mia opinione
Anna Chillon aveva definito Alakim
“una bomba lanciata nel vuoto, alla quale è stata tolta la
sicura: prima o poi esploderà”. Solo che il lancio ha
sbagliato direzione, perché quella bomba è finita dritta nel mio
petto ed è esplosa lì dentro.
Alakim è droga allo stato puro, di
quelle tossiche, letali, che ti sballano in modo unico, irresistibile
e pericoloso. E come ogni stupefacente, dà assuefazione. Fin
troppa, a mio avviso.
In questo libro troviamo un Alakim
che ormai ha perduto se stesso ed è incessantemente consumato dalla
fame di malvagità. Ma è ancora capace di spiazzarci con la sua
splendida ironia e il suo rude cinismo.
Poi ci sono Muriel e Nicole, alla
disperata ricerca del Serafino prima che il suo lato demoniaco prenda
del tutto il sopravvento.
E infine abbiamo un crudele e
pericoloso gioco di ruolo, frutto di una mente geniale e malata,
dove la realtà si mescola alla finzione in modo perverso e la
tensione si taglia con il coltello. E dove esaudire i propri desideri
può risultare fatale.
Ma la vera sorpresa di questo libro
sono loro tre insieme, Alakim, Muriel e Nicole. Un erotismo così
potente e osceno da far tremare le ginocchia, un’intesa sublime che
trascende il semplice atto carnale. Tre essenze incastrate alla
perfezione, ma senza confusione di ruoli.
Per non parlare dei piccoli momenti
di tenerezza che il Serafino riserva a Nicole, mentre a modo suo
si prende cura di lei e al contempo la possiede senza pietà… nel
corpo, nel cuore e nell’anima.
Ancora una volta veniamo trascinati con
forza in un mondo di Angeli, Nephilim e umani. Una lotta disperata
tra il bene e il male, dove il nero non è mai solo nero e il bianco
non è mai solo bianco. Dove ogni anima è lacerata dal bisogno di
compiere una scelta e il lato oscuro fa di tutto per boicottarla. E
quando vince, è fin troppo eccitante.
La scrittrice ha saputo regalarci
tensione, adrenalina e tormento.
Alternare amore e violenza, dolcezza
e perversione, sacralità e blasfemia. Portandoci a credere che
entrambe le facce della stessa medaglia siano giuste e intriganti,
sempre col suo stile diretto, brutale e comunque impeccabile.
Mi sono lasciata attrarre da ogni
azione delle sue sadiche creature, per quanto sbagliata e dissacrante
fosse, ma non era mai abbastanza. Ne volevo ancora e ancora e ancora.
Mi sono innamorata del male e ho
tifato per lui a gran voce. Sebbene “il male” sia un concetto
relativo.
Ho vissuto la stessa passione, la
stessa afflizione, la stessa travagliata lotta interiore dei suoi
protagonisti, perché Anna Chillon non mi ha dato la possibilità
di fare altro.
Non puoi osservare il tutto con
distacco, perché lei non te lo permette. Loro non te
lo permettono.
Puoi solo lasciarti trascinare da
quel tumulto di emozioni e situazioni adrenaliniche che si abbatte su
di te con la violenza di un pugno nello stomaco.
E che alla fine ti lascia
emotivamente stremato, prosciugato e inerme, ma anche felice e
profondamente appagato. Perché ti sei sparato la tua bella dose di
stupefacente e ne sei più che soddisfatto.
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