di Kathleen McGregor
La Trama
In principio era il Fuoco
Il volo ombra Spar08 precipita sulle pendici del Vulcano Spurr, nell’ Alaska Range, dove, dall'alba del tempo, vive in solitudine Malik MacKay. Figlio sopravvissuto di un’antica e potente razza creata dal fuoco, Malik rinviene una superstite tra le macerie dell'aereo. Phoenix, questo il nome che legge su un braccialetto di plastica, è una giovane donna dal potere immenso e incontrollato. Soprattutto, per Malik, lei rappresenta l'unica occasione di riscatto per la propria stirpe. E guai agli uomini che cercheranno di ostacolarlo.
La mia opinione
Per essere il primo (e unico)
fantasy scritto finora dalla McGregor, direi che “l’esperimento
Phoenix” è pienamente riuscito. E in modo SUPERBO.
Lo stile è talmente ricco, elegante
e particolareggiato da riuscire a dipingere luoghi, azioni e
percezioni in ogni splendido dettaglio, dando loro un impatto
devastante. La cosa non dovrebbe affatto stupirci quando una
scrittrice è famosa per la sua bravura, ma ricordiamoci che stiamo
parlando di un fantasy dalle tinte dark. Ed è una capacità
sorprendente quella di donare a un racconto paranormale una simile
tridimensionalità e concretezza, rendendolo squisitamente credibile
e potente nelle emozioni che ti riversa addosso come una valanga.
Heather è un’umana col dono della
pirocinesi, un potere enorme che la rende instabile come una
bomba appena innescata. L’esercito americano vuole
quest’arma preziosa da usare per scopi bellici e farà di tutto per
recuperarla dopo essersela accidentalmente lasciata scappare.
Malik è uno dei pochi
superstiti di una razza antica, una sorta di oscura divinità
primordiale capace di governare il fuoco. E vede in Heather un
miracolo, l’ultima speranza di furioso riscatto per una
stirpe privata del suo grandioso dominio. Lei è la sua occasione di
rinascita, lei è la sua Fenice.
Ma forse in quella fanciulla ha trovato
molto di più, perché insieme sono fuoco che alimenta altro
fuoco.
Due menti e due anime in simbiosi
perfetta.
Perché lei gli appartiene e se
qualcuno tenterà di ostacolare i suoi piani, Malik è pronto a
scatenare l’inferno sulla terra, un inferno fin troppo
affascinante, per i miei gusti. Come fa una donna a resistergli?
E’ ragionevolmente impossibile.
Nonostante i suoi scopi siano
tutt’altro che nobili, è stato intrigante vedere un demone
spaventoso come lui prendersi cura di una creatura innocente e ancora
acerba come Heather, insegnarle a controllare il suo potere e a
scoprire una forte sensualità.
Poi però per lei arriva l’incubo
brutale e spietato, dove furia e lussuria, amore e odio si
intrecciano in modo febbrile e senza confini. Quando Malik la
possiede nel corpo e nella mente fa quasi venire i brividi.
Ma è anche eccitante da morire.
La storia è originale, senza alcun
dubbio, perché la McGregor riesce sempre a infondere alla trama
un suo tocco personale e misterioso, imboccando direzioni mai
scontate e con una coerenza di comportamenti davvero encomiabile.
Perché qui non esistono eroi o eroine, ma solo creature umane e
sovrannaturali mosse da necessità primitive e da emozioni
inaspettate.
Malik è il male e in quanto tale, è
BASTARDO FINO AL MIDOLLO.
Ma i rari sprazzi di sentimento che
ci regala sono comunque di un’intensità pazzesca.
«Nonostante
il suo straordinario potere, Heather era umana, un mezzo per
raggiungere uno scopo,
sangue
e carne e fuoco che promettevano vita laddove finora v’era stata
solo morte.
Avrebbe
dovuto essere solo questo, aveva programmato che fosse solo questo,
invece
aveva un viso, un cuore, un’anima che gridava il suo bisogno
d’amore…
e
ogni cellula immortale del suo corpo rispondeva a quel richiamo con
crescente, delirante veemenza.»
Ed è proprio questo l’aspetto che mi
ha più colpito del romanzo, il modo con cui la scrittrice
approfondisce tutti i personaggi, plasmando con delicatezza la
loro personalità e la loro fragile psicologia. Cosa rara in un
fantasy, davvero rara… e per questo ancora più lodevole.
Questo libro per me è stato un
inaspettato capolavoro.
Una storia di passione e oscura
vendetta, di misteri legati ad antiche leggende mesopotamiche, di
tensione e adrenalina che ti abbracciano come una seconda pelle e non
ti mollano più.
Quando ho finito l’ultima pagina, mi
sono sentita sedotta e abbandonata, perché non mi bastava e ne
volevo ancora. Come una droga.
Mi auguro che la McGregor abbia in
mente un seguito per questa saga fantasy, perché Phoenix è
stato un tripudio per i sensi e una tempesta per il cuore. E
il finale lascia aperte svariate e intriganti possibilità.
Bellissima recensione!!!
RispondiEliminaMi piace un casino...lo voglio.
Ma quando esce in Italia?
Sono d'accordissimo il romanzo e molto bello la McGregor mi è sempre piaciuta solo che l'attesa e infinita poi ci si scorda il profilo dei personaggi
RispondiElimina