Quest'oggi sul blog ospitiamo Miriam Tocci, Sissi Drake, Celeste Giampietro Collins e Sabina Di Gangi, le 4 autrici dei racconti Rizzoli YouFeel pubblicati a Gennaio.
1)
Volete raccontarci qualcosa di voi, per le lettrici che ancora non vi
conoscono?
Miriam: Certo,
con piacere! Un saluto a tutti i lettori e le lettrici di Leggere
Romanticamente & Fantasy.
Sono
Miriam Tocci, autrice della “serie ovale” You Feel Rizzoli, le
tre storie Mood Romantico che trattano di amore e Rugby: Un cuore
ovale, La meta del cuore e Terzo Tempo per due.
Il
mio esordio è stato nel 2011 con un romanzo Urban Fantasy
intitolato: Il Destino dei Due Mondi. In seguito, fino alla
prima pubblicazione con Rizzoli nel 2014, ho scritto racconti d’amore
per alcuni blog, partecipando alla realizzazione di antologie con
altri autori e autrici.
Nella
vita svolgo la professione di Tributarista (Argh! Della serie: il
diavolo e l’acqua santa, lo so!) ed è anche per questo che sento
il bisogno di scrivere, per calarmi in una realtà più bella di
quella legata alle norme e ai numeri. Haha! Scherzi a parte, sono da
sempre una lettrice accanitissima e anche da bambina i miei giochi
finivano per diventare storie, quindi amo osservare, raccontare,
trasformare quello che vedo, quello che vivo, quello che vorrei,
attraverso la scrittura. Adoro la musica e di tanto in tanto canto e
recito in alcuni Musical per una scuola di arte e spettacolo. Sono
sposata e mamma di due bambine che rappresentano il mio mondo e la
mia fonte di ispirazione continua, amo gli animali – chi ha letto
le mie storie lo sa – possiedo una San Bernardo di nome Leila e un
gattaccio adorabile di nome Max, che sono l’anima della festa in
casa nostra, ogni giorno!
Sissi: Per
prima cosa sono una lettrice compulsiva, la mia media è un centinaio
di libri all'anno e ho cominciato a scrivere trasportata dall'idea di poter emozionare gli altri come io lo ero dalle mie
letture. Ho letto di tutto, dalla fantascienza ai classici inglesi,
dal fantasy ai serial killer e solo da alcuni anni mi sono
focalizzata sul romance, in tutte le sue forme (di recente mi sono
avvicinata persino al new adult).
Attraverso
Facebook e alcuni blog ho conosciuto quelle che adesso considero le
mie amiche dell’anima, con cui condivido la mia grande passione per
i libri.
Lavoro
come infermiera in un grande policlinico universitario e vivo con la
mia famiglia, marito e una figlia, in una città di periferia.
Il
mio sogno è trovare il mio nome sopra i banchi di una libreria ma
per questo ho ancora della strada da fare.
Celeste: Innanzitutto
vorrei ringraziarvi per la cortese ospitalità e per l’opportunità
di farci conoscere meglio dalle lettrici. Rispondendo alla domanda,
la scrittura è una passione di famiglia. Mio padre è autore di
parecchi saggi di storia delle tradizioni popolari e di pedagogia. Io
ho iniziato al liceo, con un racconto che ha vinto il primo premio in
un concorso radiofonico della Rai e che, per una strana coincidenza,
era una bonaria presa in giro degli dei dell’Olimpo, quasi un
riflesso di ciò che traspare nelle righe di “Gli uomini
preferiscono le dee”. In passato mi sono dedicata al nuoto e ho
lavorato come speaker radiofonica per un’emittente privata, fino a
quando, ormai archeologa e insegnante di greco e latino, mi sono
trasferita da Matera a Firenze per seguire mio marito, un artista
statunitense. Nella culla del Rinascimento e del made in Italy, ho
imparato l’inglese e il francese e ho iniziato a interessarmi di
arte, moda e cultura, diventando fashion editor per un’agenzia di
giornalismo che collabora con il sito del quotidiano la Repubblica.
E’ stato quindi naturale riscoprire la mia vena narrativa con un
primo romanzo, ancora inedito, ambientato in una casa di moda degli
anni Cinquanta e con il secondo che ha attirato l’attenzione della
mitica Alessandra Bazardi ed è stato pubblicato da Rizzoli nella
collana You Feel.
Sabina: Innanzitutto
saluto l’intero staff e tutte le lettrici. Be’, cosa dire di me,
sono una timida siciliana di trentotto anni, sposata con due figli.
Ho studiato musica diplomandomi al Conservatorio in flauto traverso.
Ho dapprima suonato, poi insegnato in una scuola privata ma nel
frattempo il mio sogno prendeva sempre più forza, scrivere. Amo da
sempre leggere e scrivere, da piccola usavo la Olivetti di mio padre
fingendo di essere una poetessa. Insieme alla mia migliore amica
trascorrevamo le serate davanti la vetrina della libreria del paese,
nutrendoci delle copertine di quei tanti libri che non potevamo
permetterci di comprare. E continuavo a scrivere, ne approfittavo
durante i temi in classe, perseveravo tenendo un diario segreto, fino
a quando non ho preso di petto la situazione e ho iniziato il mio
primo romanzo. Sono una romantica, una di quelle che si perde
osservando il mare in tumulto o si lascia trasportare dai suoni della
natura durante una passeggiata in mezzo al bosco. Amo perseverare,
sarà diabolico? Non so, so solo che mi ha portato dritto verso la
realizzazione del mio sogno!
2) E'
difficile sviluppare un racconto destinato ad una collana come
YouFeel, dove si ha la disponibilità di un numero limitato di
pagine?
Miriam: Lo
pensavo soprattutto la prima volta, perché venivo da un romanzo di
duecentocinquanta pagine o da racconti di una trentina di pagine al
massimo, quindi sì, avevo come obiettivo la via di mezzo e credevo
fosse molto più difficile di quanto invece non è stato: Un cuore
ovale ha trovato ben presto la sua dimensione e per fortuna è
andato bene così, senza tagli.
In
generale è comunque molto impegnativo tarare una storia che deve
essere dinamica, con personaggi ben delineati e contenuti di sostanza
avendo a disposizione spazi e tempi dimezzati, però una volta
trovato l’equilibrio si procede agevolmente e vengono fuori belle
storie, lo testimoniano i sessanta titoli e più della collana
digitale.
Sissi: Non direi difficile, bisogna costruire una storia che si svolga in un ristretto lasso di tempo senza pretendere di approfondire troppo il contesto ambientale e eventuali personaggi secondari a cui ci siamo affezionate. A volte è frustrante, si vorrebbe poter raccontare la storia dall'inizio ai fiori d’arancio ma, nello stesso tempo, per chi come me non ha tutto il tempo che vorrebbe, permette di produrre qualcosa di concreto in un lasso di tempo decente.
Celeste: Scrivere
per una collana prestigiosa come You Feel è una sfida, poiché gli
standard previsti sono molto alti. Tra questi, un numero limitato di
pagine ti costringe a ripensare alla trama eliminando il superfluo e
ti insegna ad andare dritta al punto. “Gli uomini preferiscono le
dee” esiste anche in una versione più lunga. Per rientrare nelle
200000 battute richieste dalla casa editrice, ho dovuto fare un
lavoro di rifinitura complesso e anche doloroso, ma la coerenza e il
ritmo serrato del risultato finale mi rendono estremamente
orgogliosa.
Sabina: Non ho mai
trovato difficoltà nella stesura di un romanzo, certo di tanto in
tanto controllo le battute ma solo per sapere se posso o meno
dilungarmi nei particolari perché la storia in sé è già tutta ben
definita sin dall'inizio.
3) Quando scrivete un nuovo racconto, sapete già di quale Mood farà parte oppure viene scelto in un secondo momento?
Miriam: Per
quanto mi riguarda, essendo la mia una serie di storie auto conclusive ma legate fra loro, resto sempre nei canoni del Mood Romantico con
cui ho iniziato, per soluzione di continuità. Ciò non toglie che
evidenziando di più l’aspetto erotico, o emozionante, o ironico,
potrei benissimo proporre un mood diverso.
In
generale, di solito si propone a monte un titolo già indirizzato
verso uno specifico mood, anche se può capitare una scelta diversa
in seconda battuta.
Sissi: Per quello che mi riguarda il Mood è sempre stato scelto a priori, nel senso che ho scritto solo erotici già con l’idea in testa.
Nel futuro mi piacerebbe variare e spero di averne l’occasione.
Celeste: Il mood
ironico è per me una seconda natura. Ammiro tantissimo chi scrive
rosa nel senso più romantico del termine e chi si occupa di temi
drammatici e seri, ma dentro di me c’è una voce comica che non
riesco proprio a zittire. Magari saranno stati i film di Totò e la
commedia all'italiana con i quali sono cresciuta a influenzarmi!
Sono un’ottimista nata e amo sognare, ecco perché cerco di
trasmettere un messaggio positivo in chi mi legge e, se talvolta i
miei personaggi cadono e piangono, provo a rimetterli in piedi appena
posso, perché alla fine non contano gli ostacoli che incontriamo sul
nostro cammino, ma il modo in cui ci adoperiamo per superarli.
Sabina: Per quanto
mi riguarda ho ben chiaro sin dall'inizio di quale Mood farà parte
il mio romanzo.
4) Cosa secondo voi non può assolutamente mancare in una storia perché resti impressa nel cuore delle lettrici?
Miriam: La
vicinanza del narrato alla vita vera, alle esperienze comuni, quelle
che direttamente o indirettamente ci ritroviamo a vivere tutti.
Questo secondo me deve avvenire sempre, sia in un racconto, che in
una novella o romanzo breve, sia in un romanzo più lungo,
indipendentemente dal genere, che sia Fantasy o Contemporaneo nelle
diverse sfumature.
Da
lettrice so che il lettore ha bisogno di identificarsi in un
personaggio, in una situazione, in una emozione o un sentimento.
Quando si raccontano storie, non si può prescindere da questo. È
qualcosa che arricchisce anche chi scrive.
Sissi: Difficilissimo
rispondere. Io stessa come lettrice, non saprei mettere il dito su
ciò che rende una storia indimenticabile, per me i fattori sono
davvero tanti. Posso dire che nei miei romanzi cerco soprattutto di
dare spessore ai personaggi, renderli reali e realistici con i loro
conflitti interiori, le loro certezze, i loro lati divertenti, quelli
antipatici i loro atteggiamenti provocatori e le loro passioni. E poi
tanto romanticismo, poesia, musica, arte, condita da tanta, tanta
passione.
Celeste: Una volta
ho partecipato a un seminario di scrittura cinematografica tenuto a
Firenze da un famoso sceneggiatore di Hollywood, che ci salutò
dicendo che ciò che conta per uno scrittore è riuscire a far
immedesimare il lettore nei suoi personaggi. E’ lo stesso
meccanismo alla base della catarsi nel teatro greco: si vede una
rappresentazione, ci si
immerge nella narrazione sul palco e si torna
a casa rigenerati. Ecco perché un protagonista troppo perfetto non
funziona. L’identificazione non scatta e chi legge finisce quasi
per provare fastidio per un essere tanto dotato. I miei protagonisti
hanno difetti e commettono sbagli, ma questo li rende umani e spinge
chiunque a riconoscersi in loro.
Sabina: Sicuramente il lettore desidera emozionarsi, che è poi anche quello
che cerco io in una storia. Le emozioni scuotono l’animo di ognuno
di noi, anche solo leggendo.
5) Come sono nati i vostri racconti? Da cosa prendete ispirazione per iniziare un nuovo lavoro?
Miriam: Un
cuore ovale è nato un pomeriggio di febbraio, sul divano di casa
mia mentre seguivo una partita di Rugby del Sei Nazioni con una cara
amica, anche lei appassionata di questo sport.
Avevo
appena finito di raccontarle qualche idea su un romanzo breve che
dovevo scrivere, ma ero ancora incerta sulla caratterizzazione del
protagonista maschile. Bene, ho avuto l’illuminazione proprio nell'osservare le squadre avvicendarsi per conquistare la meta,
mentre condividevo con la mia amica episodi di vita molto teneri sui
giocatori della Nazionale, che invece in quel momento con unghie e
denti e una forza fenomenale stavano lottando sul campo come
gladiatori. Il contrasto fra rudezza e dolcezza mi è arrivato al
cuore e Francesco Riva ha eseguito su di me un vero e proprio
placcaggio. Così da quel momento non ho più avuto dubbi su di lui,
né sui due amici per la pelle con cui avrebbe condiviso gioie e
dolori fuori e dentro il campo da gioco.
Ovviamente
quando ho scritto la prima storia non contavo di proseguire con una
serie, mi ero concentrata sul terzetto di amici formato appunto da
Francesco, James Russo e Mario Todini per Un cuore ovale.
La
meta del cuore, la storia di James, e Terzo Tempo per due,
la storia di Mario, quest’ultima uscita per You Feel lo scorso 8
gennaio, sono venute fuori dallo stesso modo di essere di questi
personaggi, in pratica sono entrati in maniera talmente stabile nel
mio immaginario che mi sono ritrovata a “vedere” con chiarezza
l’evolversi delle loro vicende di vita.
Oltre
a questo, l’ispirazione per iniziare un nuovo lavoro arriva sempre
dal mio vissuto diretto o indiretto o da un aspetto di cui mi
interessa trattare, che può essere una dinamica affettiva o
familiare come nel caso di Ginny, la compagna di Mario, oppure dei
temi sociali come la violenza domestica per Serena di Francesco o
quello delle ragazze madri come è stato per Nina, la compagna di
James.
I
ragazzi sono sempre lì, con le loro presenze ingombranti, la loro
energia rude e il ripieno di dolcezza, a condividere drammi e momenti
felici, curando e facendosi curare dalle loro donne, per questo li
amo alla follia e non vedo l’ora di raccontare altre storie che li
abbiano come protagonisti!
Grazie
dal cuore a voi, Nuvolina e Selly, per lo spazio che ci avete
dedicato sul vostro blog. Grazie alle vostre lettrici e ai lettori
che ci hanno lette fin qui e che ci hanno seguite, o vorranno
seguirci, attraverso le nostre storie!
Sissi: Non
esiste una regola fissa. A volte parto dall'esperienza personale,
altre volte è un incontro a darmi l’ispirazione, come per la
violoncellista in “Quanto costano i tuoi desideri”, oppure un
particolare che mi fa pensare a: cosa accadrebbe se… Come è stato
con “Prova a lasciarti andare dove mi sono chiesta: “Cosa
succederebbe se un uomo trovasse un biglietto suggestivo in un
contesto completamente scollegato?”
Celeste: L’idea di
“Gli uomini preferiscono le dee” è nata durante una noiosa
conferenza di presentazione di un saggio di archeologia. Ricordo di
aver guardato le immagini di antichi reperti che scorrevano su una
parete e, mentre il conferenziere si affannava a elencare minuziosi
dati di ognuno, cominciai a immaginare quanto sarebbe stato bello
ritrovare un oggetto indossato un tempo da una famosa divinità.
Quanto al prossimo romanzo, l’ispirazione mi è venuta un
pomeriggio, durante il rituale quotidiano e per me imperdibile del tè
delle cinque, sfogliando il mensile britannico “Tatler”. Il resto
lo scoprirete tra un po’.
Sabina: I miei
racconti nascono per puro caso, mi è capitato di dare vita al mio
primo YouFeel dopo aver seguito un documentario su Maria Callas.
Altre volte nasce tutto da una frase sentita per caso, o da una
musica o ancora da un’immagine. Tutto ciò mi dà solo l’input
iniziale perché il resto viene da sé, come un fiume in piena.
Speriamo che questa piccola intervista a più voci vi sia piaciuta e ringraziamo di cuore Miriam, Sissi, Celeste e Sabina per il tempo che ci hanno dedicato e come sempre....scegliete il Mood che più fa per voi e immergetevi in questi racconti Made in Italy, alla prossima!!!!
Grazie a voi, Nuvolina e Selly, per lo spazio che ci avete dedicato e per le vostre domande! È stato bello rispondere e farci conoscere meglio dalle vostre lettrici!!
RispondiEliminaUn saluto a tutte e a presto con nuove emozionanti storie You Feel❤️
Miriam Tocci
Grazie ragazze! per me è stato un vero onore poter rispondere alle vostre domande!
RispondiEliminaGrazie di cuore, Nuvolina e Selly, per averci intervistate e averci permesso di condividere la passione per i libri e per le storie che arrivano al cuore. A questo punto, invitiamo le lettrici a immergersi tra le righe dei nostri romanzi e cominciare a sognare... Un abbraccio
RispondiEliminaGrazie mille a tutte!! È stato un piacere come sempre!
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