Recensione "Ogni volta che sei qui" di Jen McLaughlin


Ogni volta che sei qui

di Jen McLaughlin
(Serie Out Of Line #3)

La trama
Carrie è felice perché il suo Finn è finalmente tornato da lei, anche se teme che non sia più del tutto convinto della loro storia, e che nella sua mente due forze contrastanti si stiano dando battaglia. Carrie ha capito che Finn sta per crollare e fa di tutto per salvarlo, per ritrovare quell’armonia che avevano un tempo. Perché ora lo ama più che mai, e parlare di Finn a suo padre è stata la cosa più difficile che Carrie abbia mai fatto in vita sua. Almeno finora… Finn desiderava il meglio per Carrie. Sperava di darle il futuro che una ragazza come lei si merita. Ma ora tutto è andato storto, e nemmeno lui sa più cosa sta cercando veramente. Carrie vuole accanto a sé il Finn di un tempo, ma lui sa di non essere più l’uomo giusto per lei, né per nessun’altra. Adesso deve andare avanti, ma da solo…


La mia opinione

Non c’è niente da fare, Carrie e Finn sono riusciti a entusiasmarmi e toccarmi nel profondo anche questa volta.
Finn è a pezzi dopo che la guerra ha lasciato su di lui un segno indelebile. E per Carrie raccogliere quei pezzi sarà doloroso e molto complicato.
La guerra ti sporca con i suoi orrori e ti cambia per sempre. Quello che fa la differenza è la forza d’animo con cui tenti di superare l’agonia e recuperare te stesso, da solo o con l’aiuto di chi ti ama.
E in questo, Finn è estremamente fortunato perché può sempre contare su Carrie. Questa ragazza è stata davvero eccezionale, con la sua pazienza, la sua dedizione e il suo amore fortissimo è diventata per lui una roccia, una sorta di ancora di salvezza, nonostante le menzogne di Finn, il suo abbandono ai farmaci e all’alcool per scivolare nell’oblio e ogni stupido tentativo di tagliarla fuori dalla sua vita. O l’assurda convinzione di non essere più degno di lei per colpa di ferite che gli deturpano il corpo e l’anima.
E’ stato snervante assistere impotente a tutto ciò. Avevo voglia di entrare nella testa di Finn e liberarla da ogni tormento o malsana fissazione. Soprattutto quando stabilisce che Carrie sarebbe stata molto meglio senza di lui. Ma dico, come si può prendere una decisione così importante al posto di qualcun altro senza nemmeno chiamarlo in causa? Pur sapendo che il Disturbo Post Traumatico da Stress è comunque una condizione seria e importante (e ogni comportamento di Finn era dunque giustificato dalla sua brutale esperienza passata) ho avuto voglia lo stesso di prenderlo a sberle, in più di un’occasione. Non poteva arrendersi così, punto e basta. Non poteva buttare via un amore così speciale come il loro, per orgoglio e stupida autocommiserazione.
E ad aggravare una situazione già fragile, ci si mette pure la malattia del padre di Finn con la sua triste evoluzione. Di male in peggio… E il mio stomaco si è stretto ancora di più.
Grazie a Dio però questo libro non ci regala solo una bella dose di angoscia, ma anche momenti di sensualità e tenerezza infinita, di quelli che ti fanno sciogliere come cioccolato fuso, di quelli che ti fanno sperare che tutto possa risolversi per il meglio, se porti pazienza e credi nei miracoli.

Perché dopo aver preso una decisione devastante per entrambi e dopo aver iniziato un importante percorso di guarigione, Finn tenterà di riavere Carrie nella sua vita. Anche se riconquistare la sua fiducia, dopo averle spezzato il cuore, non sarà affatto facile. Ma lui è un ragazzo dalle mille risorse e per farsi perdonare userà il metodo più naturale, più malizioso e più dolce che conosce. Il “metodo Finn”. Ritornando ad essere il ragazzo meraviglioso che mi aveva fatto innamorare all’inizio della serie.
Questo terzo libro mi ha risucchiato in una storia fatta di amore, sofferenza e desiderio quasi disperato. Riversandomi addosso ogni emozione in un modo sempre delicato ma forse anche più intenso rispetto ai volumi precedenti.
E mantenere l’attenzione costantemente viva e un coinvolgimento sempre forte una volta arrivati al terzo capitolo di una serie, di questi tempi è un dono prezioso e assolutamente raro.  

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