Recensione "Lascia che accada" di Amber L. Johnson

Lascia che accada
di Amber L. Johnson
(Puddle Jumping #1)

La Trama
Quando Lilly incontra di nuovo Colton al liceo, nota subito qualcosa di strano in lui. "Oh, è un ragazzo splendido. È solo un po' diverso. Non ti guarda negli occhi e ti stritola quando ti abbraccia". Colton è affetto dalla sindrome di Asperger, un disturbo dello sviluppo imparentato con le forme più leggere di autismo. Fa fatica a stabilire dei rapporti di amicizia e a decodificare il linguaggio non verbale. È maldestro e non riesce a comunicare agli altri ciò che gli succede dentro: viene sopraffatto dall'emozione e crolla. "Vorrei che fossi come me, perché allora capiresti", le dice. Lilly cerca di capire Colton, e se ne innamora. Ben conscia della necessità di superare non pochi ostacoli con un ragazzo che ha un modo tutto suo di esprimere i sentimenti, lo trascina nel vortice di un amore limpido e profondo. "Lascia che accada" racconta l'"educazione sentimentale" tra i due adolescenti, il loro lento aprirsi l'uno all'altro, la determinazione di lei ad accettare e decodificare un linguaggio e dei gesti mai prevedibili. È un romanzo di formazione adolescenziale, senza tabù: esplicito, sincero ma sempre delicato, anche nelle struggenti descrizioni del contatto fisico tra i due ragazzi, che si cercano, si desiderano, e lentamente si aprono anche al sesso.

La mia opinione

Chiunque inizi questo libro dovrebbe avere chiara in mente una cosa fondamentale: questa storia dolcissima e immensamente toccante è troppo breve. Davvero troppo breve. (Ed è l’unico motivo per cui, con un pizzico di dispiacere, non gli ho dato 5 stelline ma soltanto 4.)
170 pagine non bastano, ne servirebbero almeno il doppio per dedicare al mondo incredibile di Colton tutta l’importanza che merita e per farci tuffare in mezzo ai suoi colori e alle sue emozioni, sentite in modo diverso, unico, amplificato o forse distorto, come se quel ragazzino avesse un dono speciale, precluso a noi comuni mortali.
Fortunato non è colui che riesce a far uscire Colton dal suo nido, portandolo tra le persone definite “normali”. No… fortunato è colui che ha l’onore e il privilegio di entrare in quella dimensione singolare, comprenderla e farne parte a tutti gli effetti. E questo onore spetta a Lilly, che grazie a lui scopre un amore fuori dagli schemi e lontano da ogni logica. Fatto di mille sfumature artistiche e sensazioni indescrivibili, vissute a un livello superiore o forse solo più intenso.
Si conoscono per la prima volta a 9 anni, quando lei gli fa da babysitter.
A 15 anni, dopo un incontro casuale, lei scopre che lui ha la Sindrome di Asperger, con piccole e grandi difficoltà nelle interazioni sociali, nelle comunicazioni e nei comportamenti.
All’ultimo anno delle superiori si ritrovano nella stessa scuola ed è lì che comincia la loro vera amicizia.
Ma interagire con Colton non è affatto semplice e bisogna usare una bilancia del tutto singolare per dare il giusto peso ad ogni sua parola o silenzio, ad ogni suo gesto o minuscola espressione del volto. Perché ciascuno di essi ha un significato profondo e spesso impossibile da decifrare. Perciò sarà Lilly a dover compiere continuamente il primo passo, mossa da un’attrazione sempre più intensa.
Quella ragazzina è stata fantastica, perché se ne frega di ciò che pensa la gente e si prende cura di lui in un modo estremamente delicato, aiutandolo ad integrarsi nel mondo esterno, con una maturità che le fa davvero onore. Nonostante la sofferenza e il dolore scatenati da molti comportamenti di Colton, seppur inconsapevolmente, ma comunque capaci di fare un male del diavolo.
Insomma, in questo libro ripercorriamo tutte le tappe di una storia d’amore tra due adolescenti, ma in un modo assolutamente unico… genuino, schietto e disarmante. Una dolcissima scoperta di ciò che dovrebbe essere ovvio, ma che ovvio non è. Dove l’innocenza e la tenerezza di un ragazzo “diverso” infrangono le nostre barriere emotive con una moltitudine di frecce colorate che arrivano dritte al cuore.
E fanno immancabilmente centro.
Avete presente il senso di insoddisfazione che vi investe dopo aver divorato un cioccolatino delizioso ma troppo piccolo? Ecco, allora sapete come mi sento io dopo aver terminato questo libro.  

3 commenti

  1. Si capisce che il libro ti è piaciuto veramente tanto! La tua recensione trasmette tutta la passione e l'entusiasmo che questa lettura ti ha suscitato! ;)

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  2. Che bella recensione! Eh sì, capisco benissimo quello che intendi (la metafora del cioccolatino troppo piccolo è perfetta ahahaha). Io adoro i libri che parlano di queste tematiche (mi è piaciuto tantissimo the Rosie Project), ma 170 pagine sono veramente poche e questo fa un po' vacillare la mia voglia di leggerlo.

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