Recensione "Il nostro attimo infinito" di A. Meredith Walters

Il nostro attimo infinito
di A. Meredith Walters
(Serie Find You in the Dark #1)


La Trama
Maggie Young è una ragazza come tante altre: ha amici tranquilli, genitori comuni, voti nella media… insomma, una vita normale. Almeno fino a quando non incontra lui: Clayton Reed, un ragazzo in perenne fuga dal suo passato, che lotta per liberarsi dai demoni che vorrebbero trascinarlo nell’abisso. Clayton non ha mai pensato di poter aspirare ad avere un briciolo di felicità. Almeno finché non ha incontrato lei. Maggie è convinta che il loro amore potrà superare tutti i problemi. Clay è sicuro che lei sia tutto ciò di cui ha bisogno per mettere finalmente ordine nella sua vita incasinata. Insieme, potranno affrontare il mondo intero. Ma le tenebre sono sempre là fuori, in agguato. E talvolta il più grande ostacolo al vero amore è dentro di noi. 


La mia opinione

La mia vocina interiore, che non si fa mai gli affari suoi, mi ha sussurrato di leggere questo libro, perché la trama, seppure simile alle altre, la intrigava da morire. Ed è sempre quella vocina che a un certo punto mi ha urlato a gran voce di divorare quelle pagine senza possibilità di prendere fiato. Un ordine che, ovviamente, non ho osato discutere.
La favola malata di Maggie e Clayton inizia a scuola, dove i due adolescenti si incontrano, si scontrano, si scoprono e si apprezzano. Nasce così un’amicizia strana ma intensa, che ben presto diventa un sentimento quasi viscerale.
Maggie è una ragazzina sveglia, ironica e coraggiosa. Tanto coraggiosa. Perché non è da tutti comprendere e sostenere un tipo come Clay. O magari è solo incoscienza… chi lo sa.
Clayton è sexy, irascibile, lunatico e scontroso. E’ un disadattato sociopatico con la mente che cammina in bilico lungo il confine tra luce e oscurità. E tiene le emozioni perennemente chiuse sotto chiave, una chiave che ho desiderato possedere fin dal primo istante, con tutta me stessa.
Il suo autolesionismo e la sua Sindrome Bipolare mi hanno preso per i capelli e trascinato in una tempesta emotiva che non mi sarei mai aspettata. Mi hanno trasformato in uno spettatore passivo di un incontro di pugilato, dove agli angoli del ring, muniti di guantoni, si affrontano il lato dolce, romantico e divertente di un adolescente che scopre l’amore per la prima volta e la personalità devastata e irascibile di un ragazzo distrutto, il cui animo è risucchiato in un grosso buco nero. Che inghiotte lui e tutti quelli che gli gravitano attorno, compresa Maggie, ormai coinvolta in una simbiosi malata che diventa per lei un’ossessione e una continua fonte di bugie, verso amici e genitori.
Gli sbalzi d’umore di Clay e i suoi frequenti scatti d’ira mi hanno angosciato e fatto arrabbiare. L’ho rimproverato. L’ho criticato. L’ho persino odiato. Ma poi ho ascoltato il suo grido di disperazione e l’ho perdonato, perché i suoi attimi di tenerezza sono strazianti. E da solo non può estirpare il seme di follia che coltiva dentro di sé. Perciò raccogliere e ricucire insieme i pezzi del suo cuore sono diventati quasi una necessità.
Soprattutto per Maggie, che col suo amore e il suo coraggio è riuscita a renderlo felice e a farlo sentire “normale” almeno per un po’, diventando la sua morbosa ancora di salvezza.

«Tu rendi tutto migliore. Più chiaro. Fermi quel rumore folle nella mia testa. Riesco a pensare – diavolo, riesco a respirare – quando siamo insieme. Il modo in cui mi fai sentire è la cosa più incredibile e spaventosa che abbia mai provato.»

Ma vale la pena affrontare continuamente il dolore e il tormento per assaporare pochi, intensi e meravigliosi attimi di un amore totalizzante? Un sentimento che sa esprimersi nell’unico modo che gli è concesso, quello al limite della follia? Anzi… ben oltre quel limite.
Maggie si chiederà fino all’ultimo se il loro amore sarà in grado di curare una mente malata e guarire un animo distrutto. E sinceramente me lo sono chiesto anch’io, avida di speranza fino alla fine. Ma la risposta che si inizia a intravedere e che poi diventa fin troppo evidente nella sua ingiustizia e crudeltà non mi è piaciuta neanche un po’. Quando la mente si perde e non trova più la strada, quando i suoi ingranaggi si bloccano o accelerano perdendo l’armonia del tutto, non esiste più il concetto di giusto o sbagliato, di buono o cattivo. Esiste solo un fragile essere umano in balìa di se stesso… che riesce a restare a galla se trova il coraggio di chiedere aiuto… o che annega per sempre se lo rifiuta. E dover aspettare il secondo libro per sapere quale sarà il destino di Clay e Maggie, dopo tutto quello che hanno passato, mi ha lasciato una tristezza e un senso di disfatta piuttosto difficili da alleviare.


 

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