di Alice Vezzani
(Sara & Jacob Vol. 1)
Questa lettura, nonostante qualche
piccola situazione un po’ improbabile, è riuscita a tenermi
incollata alle sue pagine con grande entusiasmo dall’inizio alla
fine.
Perciò posso affermare con
soddisfazione che la mia fame di emozioni ha trovato due protagonisti
in grado di nutrirla a dovere.
Sara è una brillante
giornalista freelance che per scrivere un articolo sullo spaccio di
droga tra i giovani, si caccia in guai seri in uno dei locali di
Jacob Cioran, un rumeno affascinante, misterioso e con la
scritta “pericolo” tatuata in fronte.…una scritta che, neanche
a dirlo, ha attirato il mio lato oscuro come una calamita.
Jacob è un uomo di poche parole, ma
molti fatti. Imperturbabile quando serve, tenero e sensuale quando
vuole, cocciuto e irascibile quando gli parte il lume della ragione.
Coi suoi silenzi e le sue mezze verità, più di una volta mi ha
fatto venir voglia di strozzarlo per l’esasperazione. Anche se poi
sa farsi perdonare con premure e attenzioni degne di un gentiluomo.
Insomma… una piacevolissima contraddizione.
Anche Sara è un personaggio
degno di nota. Il fatto che in lei coesistano debolezza e forza
interiore, vulnerabilità e coraggio me l’ha fatta apprezzare fin
dalle prime pagine. Ed è stato davvero facile entrare in
sintonia con lei.
La cosa che mi ha colpito di più di
questo romanzo, è stata proprio l’estrema sensibilità con cui la
scrittrice tratta un argomento delicato come il tema dello stupro,
affrontandolo nel massimo rispetto della dignità della persona,
dei suoi sentimenti e del lato più fragile dell’animo umano.
E la dolcezza profonda con cui quel
delinquente di Jacob si prende cura di una donna violata come Sara è
meravigliosa tanto quanto il calore sprigionato dal loro reciproco
contatto fisico. Un contatto quasi catartico, l’unica cura
possibile per il tormento di un corpo e di un’anima.
Non c’è del vero e proprio sesso
in questo libro, eppure è riuscito comunque a scaldarmi. Perché
non serve per forza una passione selvaggia per eccitare ed
emozionare.
E non dimentichiamo poi la piccola
dose di suspense e di azione che incontriamo strada facendo,
perché l’indagine di Sara le porterà parecchi guai in un mondo di
brutti ceffi disposti a tutto pur di raggiungere i loro scopi.
L’unica pecca del romanzo tuttavia
è stata la parte finale, dove le vicende si accavallano in modo un
po’ troppo rapido e la decisione importante di Sara risulta a mio
parere poco approfondita. Anche se resta una decisione coraggiosa
che ho apprezzato, in quanto tappa necessaria per un doloroso
percorso di crescita interiore.
Abbiamo lasciato Sara in una situazione
piuttosto difficile, ad affrontare il duro conflitto tra ciò che
le dice il cuore (e io sono sempre stata d’accordo con lui!) e
il bisogno di guarigione autonoma a cui si aggrappa con tenacia
la sua mente.
Non sempre ho approvato i suoi
progetti e la testardaggine che dimostra nel perseguirli, soprattutto
quando la portano diritta in mezzo ai guai o lontano da Jacob. E
quel pover’uomo, che per natura non è propriamente un santo, è
costretto a tirar fuori una pazienza che non sa nemmeno di avere.
Oltre alla sua solita bella dose di irascibilità, ovviamente.
Ma la fiducia reciproca che
guadagnano un pezzettino alla volta è stata davvero qualcosa di
magnifico. E purtroppo poco duraturo, perché su di loro piomba
una disgrazia che sembra vanificare tutti gli sforzi compiuti fino ad
ora.
Frustrazione e angoscia, ecco cosa
ho provato da qui in avanti e per buona parte del libro.
Perché non possono godersi il loro
amore stupendo in santa pace? Perché?
E’ stato quasi snervante assistere
a tutta quella serie di sotterfugi, stupidi ostacoli, atroci dubbi e
infinite incomprensioni a cui vengono sottoposti ed è stato anche un
pochino crudele tenerci in sospeso perché ogni volta che aspettavi
il capitolo successivo per saperne di più, la storia di Sara e Jacob
veniva messa momentaneamente in standby per parlare dell’altra
storia d’amore parallela che inizia a svilupparsi proprio in questo
libro, quella tra Sorin e Betty (sebbene sempre secondaria e
marginale).
Sorin e Betty sono stati una
coppia davvero dolce e sensuale e ammetto che mi sono piaciuti molto,
nonostante lui nel primo volume fosse risultato simpatico come una
coltellata in mezzo alla schiena. Ma qui ha guadagnato punti…
tanti, a mio avviso. E Betty resta una bellissima persona, a volte
un po’ fredda e rigida, ma il rumeno trova sempre il modo migliore
per scaldarla a dovere!
Insomma, la scrittrice ci ha tenuto
appesi a un filo e ci ha fatto sudare sette camicie per un bel po’
di pagine, ma poi fortunatamente abbandona la sua vena crudele e ci
regala un bellissimo (e più che meritato) lieto fine, per
tutti quanti.
Quindi il mio giudizio su questa
duologia resta assolutamente positivo. Perché quando provo emozioni
forti e non voglio staccarmi mai dalla lettura di un libro, significa
che QUEL LIBRO ha fatto ampiamente il suo dovere.
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