di Jennifer Niven
Trama
Jack ha 16 anni, si è esercitato per anni nell’impossibile arte di conoscere tutti senza conoscere davvero nessuno, di farsi amare senza amare a propria volta. Ma le cose prendono una piega inaspettata quando Jack vede per la prima volta Libby. Libby che non è come le altre ragazze. Libby che porta addosso tutto il peso dell’universo: un passato difficile e tanti, troppi chili per farsi accettare dai suoi compagni. Jack prende di mira Libby in un gioco crudele, un gioco che spedisce entrambi in presidenza. Libby però non è il tipo che si lascia umiliare, e il suo incontro con Jack diventa presto uno scontro. Al mondo non esistono due tipi più diversi di loro. Eppure... più Jack e Libby si conoscono, meno si sentono soli. Perché ci sono persone che hanno il potere di cambiare tutto. Anche una vita intera.
La mia opinione
Onestamente, non sapevo in che cosa mi sarei imbattuta iniziando questo libro.
L’idea del protagonista principale affetto da prosopagnosia non è banale, ma non è neanche facile da realizzare. Invece, anche se qualche punto mi ha lasciato perplessa, la scrittrice sviluppa la storia piuttosto bene.
Libby, la protagonista femminile, per un periodo di tempo ha studiato a casa e qualche anno prima è diventata famosa, se così si può dire, per essere stata salvata da una gru, che l’ha tirata fuori di casa, e per essere stata la donna più grassa d’America. Dopo aver perso ben 150 chili, ma con ancora 80 chili da smaltire per raggiungere il peso ideale, Libby decide di cambiare la sua vita e di ricominciare ad andare a scuola. Ciò che trova però è peggio di quello che pensava. La ragazzina si aspettava la crudeltà degli adolescenti, ma non di ritrovarsi le stesse persone che conosceva prima cresciute, con nuove amicizie e nuove vite, mentre lei è rimasta bloccata nel passato.
Jack, il protagonista maschile, sembrerebbe aver vinto la lotteria. È bello, ha fascino, ha una stupenda ragazza (un po’ stronza se volete la mia opinione), ed è tra le persone più popolari della scuola. Peccato che ha un problema piuttosto grave, come già accennato prima soffre di prosopagnosia. Questo fa sì che si attacchi alla fama in un modo ben più solido di altre persone, perché senza di essa, chi sarebbe? Solo un altro disagiato. Parole sue, non mie.
Jack e Libby si incontrano per la prima volta per un gioco fin troppo stupido che ha come obiettivo quello di umiliare lei. Per fortuna, ne esce piuttosto bene. Jack si sente fin da subito in colpa, ma decide di partecipare lo stesso al gioco per pressioni sociali. Detto ciò, però, le scrive una lettera chiedendole scusa e rivelandole il suo problema, rendendo così Libby l’unica a saperlo. Questo li unirà e farà andare avanti la storia.
Jack e Libby si incontrano per la prima volta per un gioco fin troppo stupido che ha come obiettivo quello di umiliare lei. Per fortuna, ne esce piuttosto bene. Jack si sente fin da subito in colpa, ma decide di partecipare lo stesso al gioco per pressioni sociali. Detto ciò, però, le scrive una lettera chiedendole scusa e rivelandole il suo problema, rendendo così Libby l’unica a saperlo. Questo li unirà e farà andare avanti la storia.
L’universo nei tuoi occhi è il primo libro che leggo della scrittrice e devo dire che mi è piaciuto. C’è una certa maestria nel trattare con delicatezza delle situazioni pesanti. Non voglio neanche immaginare quello che potrebbe passare Jack ogni giorno. Io già entro in crisi quando non riconosco una persona che mi saluta, figurarsi quando ti succede ogni singolo istante.
Darei nel totale quattro stelle e mezzo al libro. Ho adorato molto il modo in cui la storia tra Jack e Libby cresceva ogni giorno, il modo in cui insieme affrontavano i problemi e le loro insicurezze. Questo libro ha un ché di speciale che è difficile trasmettere a parole.
Darei nel totale quattro stelle e mezzo al libro. Ho adorato molto il modo in cui la storia tra Jack e Libby cresceva ogni giorno, il modo in cui insieme affrontavano i problemi e le loro insicurezze. Questo libro ha un ché di speciale che è difficile trasmettere a parole.
Lo consiglierei assolutamente.
“È come partecipare ogni santo giorno a una festa in maschera in cui sei l’unico a non esserti travestito, mentre tutti gli altri si aspettano che tu li riconosca."
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