Recensione NOI, GLI UNICI AL MONDO di Siobhan Vivian

NOI, GLI UNICI AL MONDO
di Siobhan Vivian

Trama
Cosa puoi fare se la tua città si sta inabissando, sommersa dall’acqua, e a tutti è stato ordinato di fare i bagagli e andarsene? Mentre gli adulti sono impegnati a pensare a come sarà il futuro, a mettere al sicuro i propri beni e a cercare nuovi luoghi in cui poter vivere, Keeley Hewitt e i suoi amici vogliono invece trovare il modo per rendere indimenticabili le ultime ore che trascorreranno insieme ad Aberdeen. E allora ecco che cominciano a organizzare feste d’addio incredibili per chi è in partenza per sempre, balli di fine anno in case abbandonate. Per Keeley, lasciare quel posto significa anche dire addio al ragazzo che ha sempre amato. Ma proprio quando crede di aver perso tutto, ecco che il destino le regala un incontro inaspettato. E forse la fine di Aberdeen coinciderà con l’inizio della sua prima storia d’amore…


La mia opinione


Noi, gli unici al mondo è un romanzo young adult autoconclusivo dalla trama particolare, ma che a fine lettura mi ha proprio lasciata insoddisfatta. 
La situazione critica in cui sono coinvolti i cittadini di Aberdeen, ben spiegata all'interno del romanzo e che riserverà anche una serie di retroscena, fa da scenario alla storia di un gruppo di liceali che ho trovato particolarmente superficiali e insulsi.
La stessa protagonista principale Keeley non è il massimo della simpatia: oltre ad essere totalmente ingenua si comporta in più occasioni in maniera sempliciotta. 
La prima “storia d'amore” (con tanto di virgolette perché non sono sicura di poterla definire tale) di Keeley nascerà proprio in occasione di questa strana situazione. Con chi? Avete presente il classico buffone di classe? Quello che deve sempre combinare qualche casino e far ridere tutti altrimenti non è contento? Ecco, Jesse, il ragazzo per cui Keeley ha una cotta da una vita, è proprio così. Non che sia un cattivo ragazzo, a modo suo sa anche essere simpatico, ma non mi ha mai convinto dall'inizio alla fine. 
In tutta questa storia l'unico personaggio che mi è piaciuto è Levi, il figlio dello sceriffo locale, un bravo ed impegnato ragazzo etichettato dai coetanei come un tipo troppo rigido e incapace di divertirsi, ma che è l'unico in mezzo a quel marasma di adolescenti superficiali a dimostrare di avere un cervello. 
Fortunatamente, anche Keeley ad un certo punto si renderà conto di essere stata troppo avventata e naif in certe sue decisioni, ma questo avverrà solo alla fine e dopo aver commesso diversi e grossi errori. 
Forse, se la situazione avesse preso una certa piega prima del 90% del romanzo e la protagonista si fosse svegliata prima, la mia opinione complessiva sarebbe stata diversa, ma, stando così le cose, per me questo libro è stato proprio una delusione.
La lettura tutto sommato è piuttosto scorrevole, non è il ritmo il problema di questa storia, lo sono proprio i personaggi coinvolti. 
La trama aveva un suo potenziale però, peccato!


Punto di vista: prima persona della protagonista Keeley
Sensualità: solo qualche bacio
Caratteristiche: superficiale, snervante 
Stile narrativo: scorrevole
Tipo di finale: chiuso, ma non soddisfacente

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