Recensione 36 domande per farti innamorare di me di Vicki Grant

36 domande per farti innamorare di me 
di Vicki Grant

Trama
Hildy ha diciotto anni e frequenta l'ultimo anno di liceo. Di buona famiglia, è una studentessa modello fin troppo rispettosa delle regole. Paul ha quasi diciannove anni, non ha un lavoro fisso ed è meravigliosamente sfrontato e intrigante. Hildy e Paul non si conoscono e appartengono chiaramente a mondi distanti anni luce. È probabile che non si sarebbero mai incontrati se non avessero deciso di partecipare, ognuno per le proprie ragioni, a un esperimento organizzato dal dipartimento di psicologia dell'università. Una ricerca che si propone di rispondere a un quesito semplice quanto ambizioso: può l'amore - sentimento nobilissimo e raro di cui grondano romanzi, film e canzoni pop - essere "pilotato" se non addirittura costruito a tavolino? Per capirlo, Hildy e Paul (vedi alla voce cavie) dovranno rispondere insieme a un questionario di 36 domande. Di risposta in risposta, alternando le risate ai pianti e passando attraverso arrabbiature, segreti inconfessabili, bugie, fughe improvvise e ritorni inaspettati potrebbero accorgersi che forse, al di là delle loro evidenti differenze, qualcosa di profondo li unisce. Che si tratti di quella cosa che inizia per A di cui tutti sembrano andare in cerca? 36 domande per farti innamorare di me è un romanzo fresco, moderno, pieno di "cuore" e di humour che, nel momento stesso in cui lo avrete terminato, vi lascerà con il desiderio bruciante di trovare subito uno sconosciuto tutto vostro con il quale rispondere al questionario. E, forse, trovare l'amore.

La mia opinione

Hildy e Paul sono due persone completamente diverse che, per motivi opposti, si ritrovano nella stessa stanza a fare un test psicologico composto da trentasei domande abbastanza personali.
So che questo è un vero esperimento psicologico che dovrebbe valutare se è possibile che due sconosciuti, una volta risposto insieme a queste domande, creino una relazione, però non ho idea se i risultati, nella vita reale, siano stati concludenti oppure no. In ogni caso, potete immaginare come vada a finire qui.
La storia ci viene raccontata principalmente in uno stile da questionario. Domanda, risposta di Hindy, presa in giro di Paul, replica di Hindy, risposta di Paul, commenti ironici di Hindy, con qualche battuta buttata nel mezzo.
Ritengo che questo libro sia originale quanto prevedibile. Originale perché l’idea di base lo è e riuscire a scrivere un intero romanzo su un test psicologico del genere non è affatto facile, ma i dialoghi e il botta e risposta sono abbastanza banali e, appunto, prevedibili. Sembravano quasi seguire uno schema.
Devo dire che a un certo punto lo stile di scrittura è diventato noioso per me. Non vedevo l’ora di arrivare alla domanda numero trentasei, ma non adoro questo tipo di libri basati solo su messaggi. Sono sicura però che altri lo apprezzeranno.
In verità, non voglio entrare in ambiti che non conosco, ma queste 36 domande sono molto personali, quindi mi sembra abbastanza ovvio che, dopo un’esperienza del genere, due persone si sentano legate. Quello che personalmente, ma capisco non facesse parte della storia, mi interesserebbe sapere sarebbe se la loro relazione sia continuata anche dopo un mese, o un anno, dall’esperimento, una volta che la vita di entrambi è tornata alla normalità, o se fosse solo dovuta al fatto che hanno conosciuto così in dettaglio un essere umano, sapendo fatti che neanche una coppia rodata da anni è a conoscenza l’uno dell’altro.
I due personaggi principali, non sono del tutto sicura mi siano piaciuti. Ci sto ancora pensando. Hindy è una ragazza logorroica. È maldestra al limite dell’inverosimile e sembra una persona molto fastidiosa. Anche la sua voce me la immagino stridula, in stile Janice di Friends.
Paul è un ragazzo menefreghista che ha avuto una vita terrificante per la sua età e ora si trova abbandonato a sé stesso.
Faccio fatica a valutare questo romanzo. È stato dolce al limite delle carie e, come ho detto più volte, prevedibile, ma l’idea era buona e non facile da sviluppare. 

- Punto di vista: terza persona
- Sensualità: qualche bacio
- Caratteristiche: divertente, carino, prevedibile
- Stile narrativo: scorrevole
- Tipo di finale: conclusivo, soddisfacente


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