Recensione: Questo nostro amore sbagliato di Cora Brent

Questo nostro amore sbagliato
di Cora Brent
(Gentry boys series #1)

Editore: Newton Compton Editori 
Data di uscita: 25 febbraio 2019

Trama
Saylor McCann ha smesso di credere nell’amore. Dopo essersi finalmente lasciata alle spalle una relazione abusiva, è tornata in Arizona. Era sicura che l’ambiente stimolante di una città universitaria potesse farle bene. Quello che non si aspettava, invece, è di rivedere Cord Gentry, una vecchia conoscenza. Saylor ricorda bene i fratelli Gentry e il loro fascino selvaggio. Ma sa anche che averli intorno è come stare troppo vicino a una fiamma ardente: si rischia di bruciarsi. Dopo quello che ha passato, Cord non è decisamente il tipo di uomo con cui costruire una nuova vita. Ma lui sembra pensarla diversamente… 
Cord sa di non essere un tipo facile, è vero. Ha sempre potuto contare solo sui propri fratelli, perché gli orrori vissuti durante la loro infanzia li hanno segnati. Ma adesso che ha rivisto Saylor desidera diventare un uomo migliore. Per lei.

La mia opinione

Questo nostro amore sbagliato è il primo capitolo della Gentry boys series e ha come protagonista Cordero Gentry e Saylor McCann. I successivi capitoli saranno dedicati a Creedence e Chasyng. La madre di questi tre gemelli è stata piuttosto fantasiosa con la scelta dei nomi dei figli ed è lo stesso protagonista a spiegarci le motivazioni di questa bizzarria. Nonostante il romanzo sia focalizzato sulla storia di Cord e Say, anche Creed e Chase Gentry avranno un ruolo importante per lo sviluppo della narrazione.
Tutto inizia quando Say, stanca dell’ennesima violenza subita da parte di colui che dovrebbe essere il suo amorevole fidanzato, lo lascia, ma solo dopo essere stata anche violentata. Scappa e decide di andare da suo cugino, l’unico membro della famiglia al quale è realmente legata. Anziché il cugino incontra però Cordero Gentry, giovane e prestante uomo che in passato con Say, così come con il resto dell’umanità, non si è comportato in modo propriamente encomiabile. Cord proviene dalle roulotte dell’America dimenticata e abbandonata, dove alcool, droga e violenza sono la quotidianità e dove è difficile trovare una possibilità di riscatto nei confronti del cognome che si è costretti a portare.
Confesso che i primi capitoli non mi sono sembrati una cattiva premessa, anzi mi sono parsi delle buone basi per una lettura non rosea ma comunque apprezzabile. Poi il piacere è  scemato, pagina dopo pagina. Non mi è affatto piaciuta la leggerezza con la quale l’autrice ha “buttato lì” la violenza sessuale subita dalla protagonista. Dico “buttato lì” perché trovo sia quello che ha realmente fatto, dando una semplice notizia, senza poi più parlarne.  Proprio per questa sua superficialità ho poi trovato difficilmente credibile il resto della narrazione, mi è parso che l’abuso sia stato facilmente superato e mi sono chiesta il perché, non trovando però valide risposte. Nel libro non c’è un momento nel quale Saylor ripensi con angoscia, tristezza, rabbia, disperazione o paura a ciò che le è accaduto. Anzi, non ci pensa più e basta, tanto che non c’è stato un attimo di esitazione nel riavvicinarsi fisicamente ad un uomo. L’autrice ha voluto inserire questo tema nel suo romanzo, ma visto il modo in cui l’ha trattato avrebbe potuto far accadere a Saylor qualsiasi altra sciagura. Alcune scene che probabilmente volevano essere erotiche, poi, a me sono sembrate solo particolarmente tristi. Infine ho trovato di cattivo gusto il linguaggio utilizzato in alcuni momenti dai protagonisti, mi è parso volgare in modo forzato, senza che ce ne fosse reale necessità. In altre occasioni invece ci sono stati dei discorsi con toni solenni che, di nuovo, mi hanno fatto chiedere “ma perchè?”. Non mi è piaciuto, davvero. 


Punto di vista: prima persona alternata
Sensualità: scene hot presenti
Caratteristiche: superficiale, con volgarità superflue, a tratti forzato 
Stile narrativo: scorrevole
Tipo di finale: autoconclusivo

Si ringrazia la Newton Compton per la copia ARC del romanzo

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