Recensione: Verso il frastuono del caos di Carmen Jenner

Verso il frastuono del caos 
di Carmen Jenner

Editore: Hope edizioni
Data di uscita in ebook: 8 Aprile 2019

Trama 
Jake Tucker è un uomo a pezzi. A ventidue anni, ingenuo e inquieto, si è arruolato nel Corpo dei Marines. Nove anni e quattro missioni dopo, Jake ritorna sul suolo americano, anche se la sua mente è rimasta saldamente radicata nelle sabbie dell’Afghanistan, insieme agli uomini che non ce l’hanno fatta. Ferito, annientato e gettato via dalla guerra, Jake ha come compagnia solo il suo cane, Nuke, una sindrome da stress post-traumatico e il senso di colpa del sopravvissuto. Per nove anni non è passato istante senza che non si sia chiesto quando per lui sarebbe stato l’ultimo giorno, ma c’è ben poco conforto nel fatto che sia ancora vivo, quando nessuno del suo plotone lo è più.
Ellie Mason non ha tempo per gli uomini spezzati dalla vita. È troppo impegnata a cercare di portare del cibo in tavola. E fare fronte alle esigenze di Spencer, suo figlio, affetto da autismo, talvolta è come combattere dietro le linee nemiche. Come se destreggiarsi nei campi minati dell’essere una madre single non fosse sufficiente, Ellie si sente attratta da quel tranquillo Marine, solitario quanto lei. Ma ha già amato uomini traumatizzati, e ne è uscita straziata. Ambientato nel pittoresco scenario di Fairhope, Alabama, Ellie e Jake si ritrovano coinvolti nel frastuono del caos. L’amore è guerra. Solo il più forte sopravvive, e la resa è inevitabile.


La mia opinione

Verso il frastuono del caos racconta la storia di Ellie e Jack. Lei, trentenne, è la mamma di Spencer, un bambino affetto da autismo. Mamma e figlio sono in fuga quando giungono a Fairhope e al loro arrivo non hanno nulla all’infuori degli abiti che indossano. Disperati ma almeno momentaneamente salvi incontrato un anziano e burbero Marine in pensione che li accoglie, cambiando per sempre le loro vite. Spence è un bambino che non sopporta il contatto fisico, così come quello visivo. Vive nelle routine e ha delle vere e proprie crisi quando qualcosa non segue il solito schema. Per evitare che il figlio possa soffrire o farsi del male Ellie si è annullata, dedicando la propria vita al piccolo e alle sue necessità, dimenticandosi di essere giovane e di avere ancora innumerevoli possibilità di essere -ed essere considerata- donna. Questa consapevolezza torna prepotentemente quando si incontra-scontra con Jack, un reduce dei Marines devastato, mutilato e distrutto, nel corpo e nella mente, dal periodo trascorso come prigioniero dei talebani. 

“La tortura non era niente se paragonata allo svegliarsi ogni giorno sapendo che potrei far finire tutto se solo avessi il coraggio di premere il grilletto.”


Jack vorrebbe soltanto poter morire e si disprezza per non riuscire a finirsi. Non esistere più vorrebbe dire non avere più incubi, non dover più vivere i ricordi, non aver paura di essere toccato, non mettersi istintivamente al riparo per ogni rumore forte. Ellie vorrebbe avvicinarsi a lui, vorrebbe poterlo far entrare nella propria vita e in quella di suo figlio, vorrebbe almeno una possibilità per loro due. Ma l’ha visto nei momenti più difficili e cupi, sa di cosa è capace, conosce la forza distruttiva della sua disperazione e sa di dover proteggere suo figlio e sé stessa da tutto ciò che Jack, in quel momento, è. 

Ho combattuto la loro guerra per nove anni. Adesso, mi sveglio ogni giorno per combattere la mia. Tutto quello che ho è il mio senso di colpa e il mio cane, la cui vita è dedicata ad assicurarsi che non vada fuori di testa e mi faccia saltare le cervella sui muri della mia casa vuota. Tutto quello che mi è rimasto è “niente”, e l’ho pagato un prezzo fin troppo alto.

Nella sezione dedicata alle note sull’autrice possiamo leggere “Carmen si sforza di dare ai suoi personaggi il lieto fine che si meritano, ma non prima di avergli rovinato la vita per arrivarci… perché che cos’è un lieto fine senza un po’ di sofferenza?”. Un po’, c’è scritto. Chissà come sarebbe andata se avesse voluto fargliene provare tanta! I protagonisti sono dilaniati e l’autrice non manca mai di ricordarcelo, soprattutto per quel che riguarda Jack, che è così complesso che non pare neanche poterci stare tutto nei suoi trentadue anni. Lui e Ellie hanno delle crepe, tante paure, dentro ognuno di loro c’è tanta oscurità. Sono ostinati nel loro auto-punirsi, nella convinzione di non essere abbastanza per potersi meritare vicendevolmente. Eppure, dopo molte cadute e altrettante fasi in rialzo si arriva all’epilogo che, fatemelo dire, ho adorato! È un libro che mi ha emozionata tanto sia nelle gioie che nei dolori, ve lo consiglio!


“Questa è la prima volta che lo vedo con una maglietta a maniche corte. Mi viene voglia di piangere perché la sua pelle è un mosaico di sofferenza. Racconta una storia di odio e di crudeltà inimmaginabili, ma ci leggo anche grandezza. È il racconto del coraggio, della sopravvivenza, della forza incommensurabile e della bellezza di fronte a tanta bruttezza. Hanno cercato di distruggerlo, e hanno fallito.”


Punto di vista: prima persona, alternato
Sensualità: scene hot presenti, ma soft
Caratteristiche: doloroso, ma bello!
Stile narrativo: scorrevole
Tipo di finale: auto-conclusivo

Ringrazio la Hope Edizioni per la copia ARC del romanzo.

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