Recensione: La corte di nebbia e furia di Sarah J. Maas



La corte di nebbia e furia 
(A Court of Thorns and Roses #2)
di Sarah J. Maas  

Editore: Mondadori
Data di uscita: 18/06/2019

Trama
Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l'eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l'arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto - secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte - è per lei quasi un sollievo.Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.

La mia opinione

Mi voltai di scatto e, nella notte che andava alla deriva come fumo nel vento, vidi Rhysand che si raddrizzava i risvolti della giacca nera. «Salve, Feyre cara» mormorò.

La favola si è conclusa. Feyre e Tamlin possono ora vivere felici e contenti, sposarsi e ricostruire la propria corte, ora in pace e in armonia. Sbagliato.
I traumi che i due hanno subito alla corte di Amarantha, Sotto La Montagna, non sono facili da spazzare via. Ora che Tamlin ha riottenuto i suoi pieni poteri, non ha intenzione di sentirsi mai più così indifeso e porta la sua protettività ai limiti estremi. Feyre, dal canto suo, non è più la fragile umana di un tempo, ma allo stesso tempo soffre terribilmente per i sensi di colpa di ciò che è stata costretta a fare, per gli orrori che ha subito e a cui ha dovuto assistere. Sente che la sua anima è corrotta per sempre, ogni scintilla di vitalità è stata risucchiata dal vuoto che sente crescere dentro di sé, e Tamlin non si accorge neanche della sua sofferenza, o forse se ne accorge ma è troppo preso nel suo stesso dolore per pensare di fare qualcosa a riguardo.

«La questione non è se ti amava; è quanto. Troppo. L’amore può essere un veleno.»

E mentre loro vanno avanti per inerzia, Feyre neanche si accorge di star diventando un burattino nelle mani di altri, neanche le importerebbe.
Eppure, il suo patto con Rhysand è ancora in vigore, e lui finalmente esige che venga rispettato.

Feyre si ribella, non ha alcuna intenzione di seguire quel crudele, spietato e temuto Alto Signore e trema alla sola idea di mettere piede alla Corte della Notte, anche conosciuta come Corte degli Incubi. Ma con il passare del tempo, si rende conto che dietro agli incubi si celano sogni meravigliosi e infinite distese di cieli stellati. Possibile che quel manto di terrore fosse solo una maschera? E che lei stessa si sia sbagliata a giudicare il carattere dell’uomo che era pronta a sposare?
Nulla è come sembra e, sentendo la storia da un altro punto di vista, tutto acquista un senso.
Premetto dicendo che, al contrario di quanto può sembrare a prima vista, non c’è traccia di triangolo amoroso. Solo persone adulte che provano dei sentimenti, sentimenti che non sono immutabili nel tempo, ma vengono plasmati dagli eventi, dai cambiamenti che avvengono nell’essere stesso dei personaggi, dalle azioni che questi compiono. Passioni che si spengono e nuovi amori che divampano, tradimenti e rimpianti. Non vi verrà mai a chiedervi: ora chi sceglierà? No, per il modo in cui si sono svolti i fatti, la risposta a tale domanda è una sola, e l’unico modo per comprenderla appieno è leggere, addentrarsi nella storia, scoprire i retroscena, i veri caratteri che si celano dietro le maschere. Ed è una cosa che ho imparato ad apprezzare di Sarah J. Maas, che già della serie Throne of Glass ci piazza davanti un bel po’ di sorprese.
Come ho già detto, ACOMAF cambia completamente la prospettiva sulla storia raccontata e rivediamo dei dettagli che, seppur apparentemente insignificanti nel primo libro, rivisti nel quadro generale acquistano perfettamente senso. Non ci sono buchi, né incoerenze, è come un puzzle a cui vengono a mano a mano aggiunti dei pezzi.
In questo libro vediamo Feyre guarire lentamente e ritornare più forte e più determinata di prima. Adoro il modo in cui si è sviluppato il suo personaggio, in una maniera così umana e credibile che ti fa entrare subito in sintonia con lei.
E se la parte romance di ACOTAR mi ha fatto sognare, in questo libro mi ha conquistata completamente. Una dichiarazione d’amore in particolare mi ha fatto tornare in mente Darcy in Orgoglio e Pregiudizio, non per contenuti, certo, ma per l’intensità delle emozioni che mi ha fatto provare.

«Ma non potevo... non potevo smettere di starti intorno, e di amarti, e di volerti. 
Ancora adesso non posso starti lontano.»

Più di una lacrima di commozione è stata versata in quel capitolo. In parallelo a ciò, sono migliorate le scene hot, poche ma ottime, e decisamente sentite.
Tutto ciò per condurci verso uno strepitoso finale, che farà crescere la suspense e ci mostrerà non poche sorprese. E se il finale del primo poteva essere considerato un happy-end ma lasciava l’amaro in bocca, questo benché aperto lascia con la soddisfazione di vedere presto i nostri eroi prendere in pugno la situazione.

«Alle persone che guardano le stelle ed esprimono desideri, Rhys»
«Alle stelle che ascoltano, e ai sogni che si avverano.»

e lode



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