Recensione: Un cuore di ghiaccio di Karina Halle

Un cuore di ghiaccio 
di Karina Halle 

Editore: Newton Compton Editori
Data di uscita ebook: 05/08/2019

Trama 
Nata e cresciuta in povertà in Australia, Aurora decide di trasferirsi in Europa e intraprendere una carriera da baby-sitter professionale per ricominciare da capo dopo un inizio di vita tutt’altro che facile. Quando un’offerta inaspettata giunge alla sua porta, Aurora riesce a passare tutti i test e ad ottenere il tanto agognato posto di baby-sitter presso la casa reale della Danimarca. Clara e Freja però non sono come tutti i bambini di cui si è dovuta occupare fino ad ora, le due sono infatti orfane di madre, ma questo sarà solo un incentivo per l’allegra e vitale Australiana che porterà una folata di felicità e leggerezza nel castello. 
Il re di Danimarca è inizialmente contrario all’assunzione di Aurora, troppo giovane, troppo inesperta, ma soprattutto troppo impertinente. Per fare contente le sue adorate figlie però, re Aksel cede e fa firmare il contratto ad Aurora senza sapere che le sue figlie non saranno le uniche ad innamorarsi del suo spirito ottimista e pieno di energia positiva. La vicinanza fra i due si farà più difficile di giorno in giorno, e se inizialmente la distanza fra loro è la conseguenza della differenza in rango, con il passare del tempo diventerà una necessità per non cedere alla passione. 
Ma come può un re stare con una baby-sitter? Come può un vedovo dimenticare la madre delle proprie figlie? Ma soprattutto, come possono entrambi superare il proprio passato che ancora li perseguita? 


La mia opinione 


Leggere questo libro d’estate dovrebbe essere illegale. Non solo perché certe scene immerse nella neve non rendono così bene quando stai inseguendo il ventilatore per anche solo il più piccolo refolo d’aria, ma soprattutto perché la tensione fra Aksel e Aurora ti fa sudare come fossi in menopausa per tutta la prima metà del libro. 
Aurora è quello che si dice un personaggio positivo. È allegra, una fonte di energia, ironica e sincera. Non c’è da sorprendersi se le bambine la adorano e tutto lo staff del castello si affeziona a lei. Non pensate però che si tratti di una principessa Disney, Aurora (nonostante il suo nome da Bella Addormentata) è gentile, ma sa il fatto suo e si fa rispettare persino dal suo capo, nonostante il suo capo sia nientemeno che il re di Danimarca.
Il suo passato turbolento viene alla luce solo alla fine del libro, ma si tratta di quelle scelte di vita che un difficile contesto intorno a te e le influenze sbagliate possono portarti a fare. Ad ogni modo, il tema passato diventa rilevante solo verso la fine del romanzo e non lo resta a lungo o in maniera pressante. 
Diversamente dal passato di Aksel, che invece lo perseguita giorno dopo giorno da quando sua moglie è morta in un incidente che non è andato come tutto il mondo pensa.
Il re di Danimarca è un personaggio da perderci la testa (non perché sia un re particolarmente vendicativo, capiamoci): romantico, forte, protettivo, adora le sue figlie e accetta perfino di dividere il castello con un maiale per loro. Pronuncia frasi da svenirci, sa quello che vuole e come ottenerlo, non cincischia, non tentenna, non è uno di quelli che “gli piaci ma non abbastanza”. Lui è uno dalle buone maniere in pubblico e dalle “cattive” maniere in camera da letto, è uno che cerca amore perché non gliene è mai stato dato e perché ne ha una montagna da dare. È uno disposto al sacrificio per pagare le sue colpe. 
Okay, a questo punto penso si sia capito che mi sono pressa una bella cottarella. TUTTAVIA, una cosa che non mi ha convinta al 100% di questo romanzo è sicuramente l’oceano di differenza caratteriale presentata da Aksel dentro e fuori la camera da letto con Aurora. Passa da un romanticismo sfrenato a sesso-duro-contro-il-muro nel giro di 2 minuti, in una maniera – a mio parere – poco credibile. Un’altra piccola pecca per me risulta essere il tema del passato che ritorna, che si risolve in maniera alquanto repentina e indolore, quando inizialmente invece si presenta come insormontabile. 
Detto ciò tanto di cappello all’autrice per il crescendo di tensione fra i due, non affrettato e realistico nei suoi continui passi avanti-passi indietro, per i personaggi di Clara e Freja dolcissimi, sfacciati e divertenti come solo i bambini possono essere, per i personaggi secondari tutti molto ben delineati e per un finale che soddisfa. 

Punto di vista: interno, alternato (Aksel, Aurora)
Sensualità: presente, intensa, romantica 
Caratteristiche: rapporto odio-amore, capo-dipendente, passato nascosto
Stile narrativo: ironico, accattivante, scorrevole
Tipo di finale: chiuso, felice 



Ringrazio la Newton Compton per la copia ARC del romanzo.

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