Recensione: Notte Numero Zero di Rebecca Quasi



Notte Numero Zero
di Rebecca Quasi

Editore: DriEditore
Data di uscita: 09/01/2020

Trama
«Non ci sono due letti» sentenziò seccato Mario.
«Vedo.»
Vedo.
«Non c'è nemmeno il divano.»
«Perché dovrebbe esserci un divano?»
«Per non dormire insieme?» la provocò lui.
«Il letto è abbastanza grande. Mi sembri teso.»
Ma va là?

13 dicembre 2015. Costanza e Mario, due sconosciuti, sono bloccati all'aeroporto di Londra-Stansted a causa di una bufera di neve.
Lei gioca a scacchi da sola, lui la spia con curiosità perché Costanza, oltre ad avere le clavicole più spettacolari che Mario abbia mai visto, durante la partita confabula con l'alfiere nero.
Dallo stalking passano a giocare insieme e, quando tutti i voli vengono annullati per il maltempo, i due decidono di dividere prima un taxi e poi una camera d'albergo.
Prende vita così una notte indimenticabile, quella che per entrambi diventerà la “Notte numero zero”.
Il giorno successivo, atterrati all'aeroporto Marconi di Bologna, Mario e Costanza si salutano certi che non si incontreranno mai più.
Aprile 2018. Mario è sposato da nove mesi. Un pomeriggio, si imbatte per caso in un fondoschiena inconfondibile...

La mia opinione

La gente si piace. Succede. Quello che fa la differenza è come uno decide di comportarsi.

Costanza e Mario sono due sconosciuti destinati a non essere più tali dopo una notte trascorsa insieme a causa di una bufera che ha impedito loro di lasciare Londra. Se lei non ha problemi con i rapporti occasionali lui li trova invece quasi inconcepibili; ciononostante non riesce a resistere, per ben quattro volte, a quella strana ragazza. Il giorno successivo le loro strade si dividono, fino a che lui non la ritrova anni dopo proprio nel paese di provincia in cui vive. Per entrambi è un incontro dal forte impatto emotivo: Mario, ormai sposato con la fredda e calcolatrice Carlotta, si sente irragionevolmente in colpa per quel che è accaduto con Costanza durante la loro notte in albergo mentre lei invece è piacevolmente sorpresa poiché l’attrazione provata per quell’uomo anni prima non si è mai sopita.

Il tradimento circoscritto all’intimità fisica era facile (abbastanza facile) da evitare. Più subdoli erano l’intimità intellettuale, la complicità, il condividere spazi virtuali che cominciano ad esistere solo quando due persone permettono alle reciproche fantasie di farli incontrare. 

Mario Manzini e Costanza Soprani non potrebbero essere più diversi. Lui è un commercialista abituato a vivere dentro a degli schemi, i suoi, che gli danno continua e totale sicurezza. Al contrario di Costanza che anni prima nella stanza d’albergo ha ottenuto esattamente quel che voleva, il protagonista non è invece dedito al sesso occasionale e soprattutto razionalmente mai avrebbe pensato di poter andare a letto con quella ragazza, quella notte. Nonostante le loro differenze, entrambi saranno sempre in accordo rispetto alla perfezione del tempo trascorso insieme durante quella che chiamano la loro notte numero zero, conservandone e cullandone sempre il ricordo.
La trama si sviluppa lentamente e l’impronta data ai dialoghi non ne favorisce la totale dinamicità, eppure le fasi caratterizzate da molti pensieri e poche azioni non si sono rivelate pesanti, anzi. L’ho letto quasi d’un fiato e con la consapevolezza, non essendo il primo libro che leggo dell’autrice, che viste le premesse sarebbe stato un turbinio di emozioni fino alla fine.
È un romanzo che parla di storie sbagliate e di non storie, di preconcetti rivalutabili e paure superabili. È un testo nel quale le parole contano ma i non detti ancora di più, dove la prima volta, nonostante la sua perfezione, non è stata quella giusta, così come la seconda perché non era il momento, oppure perché per un certo periodo Mario e Costanza non erano le persone giuste l’uno per l’altra.
È necessario che i personaggi, e noi con loro, aspettino, creino, imparino, si diano spazi e fiducia. Ho amato il libro, la storia e lo stile dell’autrice nella sua totalità. È un processo graduale nel quale i protagonisti devono scendere a patti con loro stessi e con le loro convinzioni, cambiando, ammorbidendosi, dandosi una possibilità.
Rebecca Quasi con la sua scrittura crea immagini e quel che ho visto in questo romanzo mi è piaciuto molto. Piccola perla finale, l’epilogo: occhi a cuore ne abbiamo?

Punto di vista: terza persona 
Sensualità:  presente, soft
Caratteristiche: piacevolmente lento
Stile narrativo: in grado di creare immagini 
Tipo di finale: conclusivo
Voto: 5 stelle


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