Recensione: Figli di virtù e vendetta di Tomi Adeyemi





Figli di virtù e vendetta
di Tomi Adeyemi
(L'eredità di Orïsha Vol.2)

Editore: Rizzoli
Data di uscita: 9 Giugno 2020

Trama
Dopo aver combattuto contro l'impossibile, Zélie e Amari sono finalmente riuscite a far rivivere la magia a Orïsha. Ma il rituale per risvegliarla si è rivelato più forte di quanto avrebbero potuto immaginare, e ha riportato alla luce non solo i poteri dei maji, ma anche quelli dei nobili che avevano della magia nel loro sangue. Ora Zélie deve lottare per unire i maji in una terra dove il nemico è potente quanto loro. Quando reali ed esercito stringono una mortale alleanza, Zélie deve tornare a combattere per assicurare ad Amari il trono e per proteggere i nuovi maji dall'ira della monarchia. Ma con la minaccia di una guerra civile all'orizzonte, Zélie si trova a un punto critico: dovrà trovare un modo per riunire il regno oppure lasciare che Orïsha venga distrutta da se stessa.


La mia opinione

Figli di virtù e vendetta inizia esattamente dove Figli di sangue e ossa si è interrotto, i due libri sono collegati ed è necessario leggerli seguendo l’ordine di pubblicazione. 
State quindi per trovare spoiler rispetto a quanto accaduto nel capitolo precedente.
Baba è morto, il rito per far tornare la magia ad Orisha è stato compiuto ma qualcosa non è andato secondo i piani, il re è stato ucciso ma non prima di riuscire a colpire il principe Inan. All’inizio della lettura ci troviamo perciò con i protagonisti intenti a dare l’ultimo saluto a Baba per poi partire verso Lagos dove, data la probabile morte anche della regina, il trono spetta ad Amari che è pronta a ricoprire quella carica ma soprattutto è intenzionata a portare la pace nel regno. Costi quel che costi.
Questo è il libro nel quale tutto va storto, dove nessuno si fida più di nessuno, in cui sembra che i personaggi principali si sforzino di fare sbagli su sbagli su sbagli ancora.
In Figli di virtù e vendetta è il dolore a governare ogni azione, spingendo i protagonisti a compiere azioni che non avrebbero compiuto se solo ci fossero state fiducia e coesione. 
Zélie, dopo essere stata torturata, ha visto suo padre morire per colpa di colui del quale si fidava e che credeva di amare. È quasi sola al mondo, non gli rimane che suo fratello Tzain, innamorato di Amari, della quale però lei fatica a sopportare anche solo la vista, sia perché è la figlia del re sia perché in lei si è risvegliata la magia, quello stesso potere a causa del quale uomini e maji combattono da anni. Zélie è ferita, vulnerabile, spaventata, teme di perdere anche le poche persone che le sono rimaste. Tenta di fare il necessario per il suo popolo ma poiché è la sete di vendetta a guidarla non sempre prende la decisione giusta.  
Amari ha fatto una promessa mentre suo padre, da lei mortalmente colpito, stava esalando l’ultimo respiro: sarebbe diventata, un giorno, una regina migliore di lui. Non è però così facile. Nessuno si fida di lei, oltre a Tzain. Lui vede la ragazza che ama, tutti gli altri esponenti della ribellione vedono la figlia di re Saran, la sorella di Inan, vedono una titan, un’usurpatrice.
Credo che Amari sia il personaggio che compie il cambiamento maggiore, crescendo nonostante le avversità, non arrendendosi. Purtroppo per lei e per chi le sta intorno, non si muoverà sempre in modo lecito e sarà costretta a pagare le conseguenze delle proprie scelte.
Il terzo punto di vista è rappresentato dalla monarchia. C’è chi prova a trovare un punto d’incontro con i maji perché vuole la pace e chi invece li vuole sterminare. È un terreno spinoso, quello rappresentato dagli attuali reali. Chi è in buona fede viene spesso tratto in inganno da chi invece vuole solo perseguire i propri intenti distruttivi.
È un libro nel quale gli errori che vengono compiuti sono molti, le pagine si snodano in un clima cupo che, decisione dopo decisione, diventa sempre più oscuro e incerto. Persone e legami sono messi in dubbio e molto viene sacrificato. Ci sono lotte, perdite, scontri magici, incantesimi, spade sguainate, sangue versato e lacrime.
La speranza è un sentimento che viene provato raramente all’interno del romanzo, il clima a tratti fiducioso del primo volume è davvero molto lontano, è presente la consapevolezza del fatto che ci saranno perdite, che qualcuno pagherà per gli errori propri e altrui, per la cattiva gestione, perché la guerra è guerra e, come tale, priva. 
L’universo che l’autrice ha creato è ben delineato e ricco di dettagli.
Non ho trovato la narrazione sempre scorrevole, almeno non lo è stata la mia lettura e inizialmente mi sono arenata. Poi però non ho più trovato capitoli particolarmente statici e l’ho letto in un fiato.
Se cercate una grande storia d’amore con ambientazione fantastica non è il libro che fa per voi perché non la troverete. Figli di virtù e vendetta è un fantasy che parla di guerra e di dolore, ma anche di amore per il proprio popolo e lotta per i propri diritti. Così come in occasione della sua uscita avevo trovato molto attuale Figli di sangue e ossa questo secondo capitolo lo è ancora di più rispetto a quanto in questi mesi, settimane, giorni e ore sta accadendo nel mondo. Il romanzo termina con un cliffhanger, ma glielo si perdona. 

Punto di vista: in prima persona da più personaggi
Sensualità: -
Caratteristiche: cupo
Stile narrativo: né troppo scorrevole né troppo lento
Tipo di finale: cliffhanger 



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