Recensione: La vita invisibile di Addie LaRue di V. E. Schwab



La vita invisibile di Addie LaRue 
di V. E. Schwab

Editore: Mondadori
Collana: Oscar Fantastica
Data uscita: 24/11/2020

"Non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto."
E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?
Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l'immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.
Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli.
Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima.
Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome.

La mia opinione 

“Ma in fin dei conti è così che si cammina fino alla fine del mondo. È così che si vive in eterno. Oggi è un giorno, domani un altro, poi ne verrà un altro ancora, e bisogna fare tesoro di quel che arriva, godersi ogni istante rubato, tenersi stretto ciascun momento finché non c’è più.”

Vorrei poter dare 7 stelle a questo romanzo, tante quante le lentiggini sul viso di Addie, ma purtroppo mi devo limitare a 5. Inizio con un piccolo disclaimer, all’interno di questo romanzo sono molti i temi delicati che vengono trattati, o accennati, e che potrebbero risultare trigger per qualcuno: tentato stupro, rapporti abusivi, perdita di un caro, abuso di sostanze, depressione, pensieri suicidi, tentato suicidio.
Il romanzo tratta della vita di una giovane ragazza francese che all’età di 23 si rifiuta di dover appartenere a qualcuno e che sogna in grande. Ottenere la sua libertà però implica essere dimenticata da chiunque lei incontri, compresi i suoi genitori. La seguiamo per 300 anni della sua vita in un parallelo fra passato e presente (1714 - 2014) in cui la vediamo crescere, soffrire e amare. Amare la vita, la conoscenza e l’arte, che è un elemento chiave di tutto il romanzo, in cui Addie mostra come sia riuscita a rendersi indimenticabile lasciando la sua traccia in libri, canzoni e opere d’arte (anche grazie a Henry, ma non voglio fare troppi spoiler). 
Henry condivide con Addie il desiderio di non essere solo e la capacità di sentirsi attratto prima alla persona e poi al genere. Entrambi i personaggi infatti rientrano nel range bisessuale/pansessuale dando all’intero mondo queer una rappresentazione inclusiva e poco stereotipata (per una volta). 
Con il personaggio di Henry la scrittrice mostra quelli che sono i vent’anni senza romanticizzarli: la paura che ci sia qualcosa di sbagliato in te, non sapere ciò che si vuole dal futuro, sentirsi di deludere tutti e il timore di rimanere soli. 

“Nel suo cuore c’è uno spiffero. Da lì entra la luce. Da lì entrano le tempeste. Da lì entra di tutto.”

Nel momento in cui le loro vite si incontrano però, Addie ed Henry avranno un incredibile impatto sull’esistenza dell’altro e la dinamica che si sviluppa fra loro è così bella da leggere e vivere anche se in seconda mano. 
Sente le sue braccia che la stringono sotto le coperte, sente il suo odore di pulito e il calore nella sua voce quando lei gli aveva detto: “Non dimenticarmi” e lui aveva risposto: “Mai

Tutto l’opposto vale invece per la relazione fra Addie e Luc (o l’oscuro) che riporta tutti gli schemi di un rapporto abusivo. La disparità di potere è palese e, nonostante in alcuni momenti sembri esserci del romanticismo fra i due, si tratta di un ciclo di abuso e manipolazione continuo che cambia nel tempo, ma che non cessa mai di esistere e la Schwab non ce lo lascia dimenticare. Addie impara le tattiche di Luc e in certi momenti sembra avere il coltello dalla parte del manico, ma non c’è lotta contro un dio. O forse sì? 
Per concludere vorrei consigliare questa lettura a chiunque apprezzi una prosa incantevole, una capacità narrativa senza precedenti e un andamento abbastanza lento. È il primo romanzo che leggo di questa autrice, ma sicuramente non sarà l’ultimo. 
Tutto il romanzo è un’ode all’arte, alle storie e al loro legame con la vita; nello specifico per me è un’ode alla letteratura, l’arte che per eccellenza fa sentire così tanti di noi meno soli e più compresi. 

“Perché la felicità è fugace, la storia rimane e, alla fin fine” continua, ”tutti vogliono essere ricordati.”

Punto di vista: esterno, 3^ persona, alternato (Addie, Henry)
Sensualità: presente, leggera
Caratteristiche: patto col diavolo, immortalità, anima gemella 
Stile narrativo: eccellente, ritmi lenti, descrittivo, a tratti poetico
 (ho sottolineato un sacco di paragrafi!)
Tipo di finale: aperto, felice (almeno per me) 
Voto: 5 stelle 




Ringrazio Mondadori-Oscar Vault per la copia ARC del romanzo

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