Recensione: Ti insegnerò ad amare di Staci Hart



Ti insegnerò ad amare 
di Staci Hart 
(The Austens #4)

Editore: Newton Compton Editori
Data di uscita: 16 marzo 2021

Trama 
Dopo un’esistenza trascorsa con moltissimi limiti a lei imposti dalla sua pericolosa condizione cardiaca, Annie decide di prendere in mano la sua vita e di compilare una lista di obiettivi da realizzare. La morte del padre segna infatti un grande cambiamento nella vita della giovane pianista per passione, non solo perché ora non potrà più averlo al suo fianco, ma perché quell’incidente fatale costringerà sua madre su una sedia a rotelle e porterà Annie, e le sue due sorelle, a trasferirsi da un piccolo paese alla gigantesca New York. Decisa a vivere al massimo come suo padre avrebbe voluto, Annie decide anzitutto di trovarsi un lavoro e la libreria con bar vicino casa sembra fare proprio al caso suo. 
Greg non si sarebbe mai aspettato che quell’esile ragazza dall’aspetto ingenuo alla ricerca di un lavoro lo avrebbe colpito al punto da decidere di aiutarla a spuntare tutti gli obiettivi della sua lista. Fra questi uno in particolare attira Greg, ovvero permettere a Annie di mettere una x sulla voce: primo bacio. Tuttavia, il bel barista sente il peso della differenza d’età fra i due, ma soprattutto non è l’unico a mostrare interesse verso di lei e a volte l’apparenza non solo inganna, ma conquista. 
Dopo aver letto migliaia di romanzi rosa Annie è convinta di sapere cosa vuole da una relazione e cosa etichettare come amore. Ma sarà davvero così? Il suo cuore quanto potrà sopportare? 

Trigger warning: stupro

La mia opinione

“Il mondo era infinito, io no.
E nel mio cuore c’erano tanti pezzi mancanti.”

Premetto che, di tutti i romanzi scritti da Staci Hart, questo non è il mio preferito. Fondamentalmente per le tempistiche inizialmente lentissime che subiscono un’accelerata degna di una Bugatti negli ultimi capitoli e, in secondo luogo, per la scarsa caratterizzazione di alcuni personaggi. Tuttavia, apprezzo sempre il suo stile e devo dire che questo romanzo contiene degli ottimi spunti di riflessione. 
Annie è un personaggio che non ti aspetti. Inizialmente presentata come la solita ragazza senza la minima consapevolezza della sua avvenenza (uno stereotipo che mi dà la nausea) e senza una grande personalità, pagina dopo pagina si dimostra invece sempre più sicura di sé, coraggiosa, spontanea, a tratti sfacciata, per nulla sottomessa alla sua condizione di salute e con un grande talento per la musica. In seguito ad un’adolescenza molto protetta, Annie ora sente il bisogno di vivere davvero ed è quello che fa trovando un’occupazione e iniziando a cancellare una serie di voci dalla sua lista, anche grazie a Greg, il bel barista che le permette di ottenere un posto di lavoro nonostante la libreria non stia cercando nuovo personale. Greg, al contrario, è presentato a mio parere in maniera un po’ sfocata. Il suo carattere non è granché demarcato, si tratta sicuramente di un bravo ragazzo che ha a cuore la sua famiglia e che ama lo skateboard, ma a parte questo di lui non si percepisce molto. 
Ciò che più ho apprezzato di questo romanzo sono stati tre elementi: il rilievo dato alla famiglia e agli amici (quelli veri), la presa in considerazione del ruolo dei romanzi rosa nella mente di molte giovani donne quando si tratta di relazioni e la capacità di ingannare. Non mi dilungo sul primo punto, dico solo che entrambe le famiglie e tutti i legami di amicizia presentati sono solidi, trasparenti e davvero invidiabili. Per quanto riguarda il secondo punto invece vorrei solo confessare che mi sono ritrovata molto nelle parole e negli errori di Annie. Quell’idea di amore immediato che ci viene presentata nei romanzi rosa, infatti, ci porta spesso a perdere occasioni solo perché non sono esattamente come le vorremmo o come pensiamo dovrebbero essere. Il che si collega al terzo, e ultimo, punto e al fatto che spesso crediamo essere amore ciò che in realtà è infatuazione, nata per altro dalle bugie o dalle parole ed atti d’amore “estremi” messi in atto dall’uomo/ragazzo (o donna/ragazza) del momento e che ci sembrano rispecchiare sentimenti puri e forti, quando in realtà non sono altro che escamotage per fini tutt’altro che nobili. Con questo non intendo dire che il mondo sia pieno di sole creature malvagie con fini esecrabili, tuttavia è importante riconoscere la differenza fra realtà e finzione e questo romanzo ce lo ricorda. Detto ciò io, come voi, apprezzo moltissimo la letteratura rosa che spesso ci permette di alzare i nostri standard e di avere il coraggio di chiedere quello che vogliamo e che come genere di intrattenimento non deve essere la base su cui fondare la nostra visione dell’amore o relazione perfetta.  
Per concludere, il romanzo scorre piacevolmente e, ad eccezione della personale sensazione di leggera ‘noia’ iniziale, ha degli ottimi elementi al suo interno. Lo consiglio agli amanti di New York (come la sottoscritta), a chi crede nell’amore che non per forza deve essere fuochi d’artificio, ma che può mostrarsi nella forma di una ciambella (capirete leggendo) e a chi ha voglia di una storia di riscatto da una vita che ha tolto così tanto a chi non se lo meritava proprio. 

Punto di vista: interno, alternato (Greg, Annie) 
Sensualità: poco presente, molto leggera
Caratteristiche: patologia cardiaca dalla nascita, morte di un genitore, primo amore, trigger: stupro  
Stile narrativo: lento, lineare, a tratti scontato 
Tipo di finale: chiuso, felice
Voto: 3.5 stelle 




Ringrazio Newton Compton per la copia ARC del romanzo


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