Recensione: Non è un principe di Stevie J. Cole e L.P. Lovell



Non è un principe 
di Stevie J. Cole e L.P. Lovell
(Dayton #1)

Editore: Triskell Edizioni
Data di uscita: 17 Marzo 2021

Zepp Hunt non era il re della Dayton High School. Era al vertice della catena alimentare.
E, nella lista delle sue prede, io ero la prossima. O almeno così credeva lui.
Le brave ragazze volevano addomesticarlo. Le cattive ragazze volevano essere sedotte da lui.
Tutti si inchinavano al suo cospetto. Io, invece?
Lo odiavo con tutta me stessa.
Era il motivo per cui mi tenevo alla larga da quel cattivo ragazzo arrogante con i tatuaggi e la fedina penale sporca.
Finché non mi fu impossibile continuare a farlo.
Finché per uno scambio di favori non gli dovetti tre mesi della mia vita. Non avrei mai pensato di finire nel suo letto, e quando successe fui costretta a ricordarmi che mi odiava quanto io odiavo lui.
Finché non potei più farlo.
Zepp Hunt non era un principe, e io non avevo intenzione di essere la sua damigella in pericolo.

La mia opinione

Da dove iniziare per parlare di Non sono un principe? Questo libro è come un camion inaspettato quando si attraversa la strada. L’inizio mi ha lasciata spiazzata. Non tanto per quello che succede, perché ne ho letti di libri dove dei sedicenni hanno dei commerci di auto rubate (sì, suona strano anche a me), ma per il modo "grezzo" in cui è scritto. Grezzo forse è la parola sbagliata, mi sto scervellando da giorni per riuscire a capire che parola usare per descriverlo, ma proprio non riesco a trovarla. 
Il fatto è che ero pronta a dargli una brutta valutazione in base ai primi capitoli, poi qualcosa è successo ed ho amato il modo in cui ne hanno parlato. La protagonista e un altro personaggio del libro hanno la stessa terribile esperienza, ma l’affrontano in modi del tutto diversi, e ho particolarmente apprezzato questo punto, perché non c’è mai un modo giusto o sbagliato per superare un trauma, eppure di solito nei romanzi viene sempre descritto nella stessa maniera. È stato abbastanza per salvare il libro? Non proprio.
Non sono un principe racconta la storia di Zebb, un adolescente che si ritrova ad avere un giro di attività criminali per arrivare alla fine del mese, e Monroe, che ne resta invischiata per sopravvivere.
Zebb non è gentile, premuroso o niente di simile. È uno stronzo di prima categoria che spinge le persone oltre il limite della sopportazione. Ha un carattere irritabile e passa da calmo a violento nel giro di due secondi netti. Però farebbe di tutto per prendersi cura di suo fratello Hendrix, e man mano si rende conto che farebbe di tutto anche per Monroe.
Lei è una ragazza plasmata dal dolore del suo passato. Tutti la trattano malissimo e non ha un posto sicuro dove scappare. Vorrebbe avercelo però, ed è per questo che ha fatto domanda per un’università ben lontana dal posto dove vive adesso. 
Quando lei e Zebb si trovano costretti insieme, e lui inizia a prestare sempre più attenzione a lei, la cosa le fa effetto. Alla fine, più che un posto sicuro, ciò che desidera realmente è qualcuno che stia dalla sua parte.
Questa non è stata una storia facile da leggere per molti motivi. I temi che affronta non sono per nulla facili, e concordo con una recensione che ho letto al riguardo che dice che vanno affrontati, ed è vero.
Ho letto molti romanzi che trattano questa realtà, però, e solitamente lo fanno con una delicatezza che ti rimane nel cuore. Capisco che ci siano altri modi per discutere dell’argomento, ma questo non mi è arrivato allo stesso modo. Ovviamente, ciò non significa che non arrivi ad altre persone.
In più, ho trovato la storia estremamente lunga, verso circa la metà del volume la trama è diventata abbastanza statica e sono andata sempre più a rilento.
Anche la fine non mi è piaciuta più di tanto. Sì, c’è il lieto fine, ma il modo in cui è stato raggiunto non mi ha soddisfatto pienamente. Ammetto però che quando ho finito il romanzo avevo voglia di leggere il successivo, perché sono stra curiosa di vedere cosa le autrici hanno in serbo per Bellamy.
Non sono un principe è un romanzo carino, irriverente e che mi ha fatto riflettere, ma che non mi ha del tutto appassionato.

“La sua era una speranza disperata, e la odiavo per quello. Dayton era una ragnatela, più pensavi di liberartene, più ti trovavi avvinghiato ai suoi fili invisibili e appiccicosi.”

- Punto di vista:  alternato, prima persona
- Sensualità: scene esplicite
- Caratteristiche: romance, adolescenti, giri loschi
- Stile narrativo: scorrevole
- Tipo di finale: chiuso
-Voto: 3 stelle




Ringrazio Triskell edizioni per la copia ARC del romanzo


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