Recensione: "La rosa e il pugnale" di M.P. Black

 "La rosa e il pugnale"
 di M.P. Black

La Trama: Amélie Morel è una brillante studentessa di architettura e vive a Parigi.
Con un gruppo di compagni, e sotto la guida dell’affascinante professor Claude Rolland, partirà per Carcassonne, patria dei Catari, con lo scopo di effettuare uno studio sulla cittadella restaurata.
Amèlie è entusiasta, ma ancora non sa che al suo gruppo se ne unirà un altro, proveniente all’Università di Grenoble, e che uno degli studenti selezionati altri non è che Louis, il suo ex ragazzo.
Fortunatamente, Amélie farà subito la conoscenza del bello e misterioso Jean, che rapirà il suo cuore. A Carcassonne, però, ritorneranno a galla gli incubi del suo passato e lei si vedrà costretta ad accettare il suo destino: quello cioè di comunicare con gli spettri per aiutarli a raggiungere la Luce. Nel vetusto albergo in cui alloggia, Amèlie verrà tormentata dal fantasma di un uomo che non le dà tregua, ma molti altri spettri inizieranno ad apparirle, con il loro aspetto orribile e le continue invocazioni di aiuto.
Amèlie, disperata, cercherà conforto tra le rassicuranti braccia di Jean, ma dovrà vedersela anche con Louis, sempre più geloso del loro rapporto, e finirà coinvolta in un complicato triangolo amoroso.
Con l’aiuto della sua carissima amica Fleur, tenterà di capire come aiutare lo spettro che la tormenta, e anche di trovare un significato alla presenza, nell’albergo, di innumerevoli quadri raffiguranti una rosa trafitta da un pugnale.
Giorno dopo giorno verrà a galla una verità sconvolgente, legata anche ai Catari e al loro leggendario tesoro, e che condurrà Amélie al confine tra la vita e la morte.

Il mio commento:

La prima cosa che noto di questo libro è la quantità di pagine, poche purtroppo (ma la collana "Le carte veline" raccoglie romanzi brevi e non poteva essere più lungo) e infatti mi bastano circa due ore e mezzo per concluderlo.
Soddisfatta? Direi di sì visto che l’ho iniziato e finito in una volta sola.
Lo stile dell’autrice riesce a coinvolgermi ed apprezzo che si cimenti sempre in cose nuove.
Il libro è scritto in prima persona dalla protagonista, una studentessa universitaria che si trova a dover fare ben presto i conti con le sue capacità: vedere i morti. Scordatevi le anime pure perché i defunti che vede Amèlie (protagonista),  assomigliano più che altro a zombie con tanto di sangue, carne in putrefazione e relativo odore cadaverico. Effettivamente non è stata particolarmente fortunata ed il fatto che una volta su due svenga alla loro vista, ne è la prova.
Fortunatamente accanto a se’ ha un bel gruppo di amici e seppur alcune coincidenze mi siano sembrate forse eccessive (l’arrivo improvviso dell’ex, o l’amica Fleur esperta in paranormale e quindi pronta ad accettare le sue capacità), la storia regge bene e le motivazioni date per gli eventi finali mi hanno soddisfatta. Bello il personaggio del fantasma e tutta la storia creata alla base.
Il famoso triangolo: lei, l’ex (belloccio) e l’altro (ugualmente belloccio) non mi ha infastidito più di tanto (io non li amo) forse perché Amèlie, nonostante alcuni dubbi, si è mostrata sempre corretta nei loro confronti.
A proposito la risoluzione finale (alla fine è anche un giallo), potrebbe essere meno scontata del previsto perché M. P. Black (autrice), è brava a portarti verso una direzione per poi depistarti abilmente.
Una lettura piacevole, scorrevole, adatta  a tutti e con una conclusione che potrebbe lasciare spazio anche ad un seguito.




3 commenti

  1. Devo dire che mi ispira un sacco!

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  2. leggere che l'Autrice ti depista sul finale... mi incuriosisce moltissimo!! ^_^

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  3. Forse il miglior romanzo di M.P.Black, decisamente lontano dalla trilogia di Lisa Verdi, tanto per trama quanto per sitle, più deciso, più "sicuro", è evidente che l'autrice ha acquisito più destrezza e confidenza con i personaggi e con la storia nel suo complesso.
    Bello
    Zaffira01

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