Buongiorno
e buon martedì!
Quest'oggi
ospitiamo la seconda tappa del Blogtour "La finestra sul mare"
di Sabrina Grementieri. In questa nostra tappa potrete leggere
alcuni estratti del romanzo in uscita il 14 Giugno per Sperling &
Kupfer.
Titolo: La
finestra sul mare
Autrice:
Sabrina Grementieri
Editore:
Sperling & Kupfer
Collana:
Pandora
Prezzo
Cartaceo: € 17,90
Prezzo
ebook: € 9,99
Data di
uscita: 14 giugno 2016
Sono le sei
del mattino quando il telefono squilla e una voce, all'altro capo
dell'apparecchio, annuncia tra le lacrime la morte di nonna Adele. È
il primo giorno di aprile e la vita di Viola da allora non sarà più
la stessa. Dell'antica masseria di famiglia nel Salento che la nonna
le ha lasciato, Viola non sa che farsene. Per di più, i ricordi
racchiusi tra quelle mura sono troppo dolorosi. Ma non ha niente da
perdere, così decide di partire. Non è certa che sia la scelta
giusta. Di sicuro non è la più semplice. E qualcuno sembra non
gradire il suo arrivo alla masseria. Ma tra distese di ulivi,
mandorli, papaveri e un mare azzurro come il cielo, dopo tanti
ostacoli, Viola ritroverà finalmente la perduta strada di casa e
dell'amore.
Il rumore
dei passi che scendevano di corsa le scale rimbombavano in tutto il
palazzo. L’uomo raggiunse il portone, premette con insistenza il
tasto per sbloccarlo e uscì in strada sbattendolo con violenza
dietro di sé. Era certo che lei avesse sentito quei tonfi rabbiosi,
violenti, scuotere l’edificio. Ma non gli importava. Era divorato
da un odio e una rabbia talmente devastanti da sentire la pelle
bruciare. Detestava tutto e tutti, ma soprattutto, detestava se stesso.
Già una
volta si era ritrovato intrappolato in una vita soffocante, che non
aveva scelto e alla quale non riusciva ad abituarsi. Quando alla fine
si era liberato dalle catene, aveva messo tra sé e quelle terre più
distanza possibile.
Otto anni
per mare gli avevano chiarito le idee su cosa significasse fare delle
scelte, assumersi delle responsabilità e lasciare il prossimo fare
altrettanto. Otto anni libero come il vento, con tutto il tempo del
mondo da dedicare a se stesso, a capire che tipo di uomo voleva
diventare, dove voleva vivere e cosa voleva fare.
Tutto a un
tratto, quelle catene che credeva recise per sempre avevano ripreso
vita, si erano insinuate minacciose e indifferenti sotto pelle, come
viscidi mostri che dimenavano i loro tentacoli dalle profondità
della terra. Forse aveva visto troppi film dell’orrore, o ascoltato
troppi racconti raccapriccianti di vecchi marinai. Fatto sta che
quando era rientrato al paese, era così che si sentiva.
Imprigionato. Trascinato contro la propria volontà in una realtà
senza colore, luce e futuro.
Durante gli
anni di lontananza si era reso indipendente, materialmente e
mentalmente, dalla propria famiglia. Poi gli avevano comunicato che
la madre era malata e il padre sempre assente. Il pensiero di
rifiutarsi di tornare non l’aveva nemmeno sfiorato.
Non era
tanto ingenuo da pensare che sarebbe stato semplice. Il solo fatto di
rivedere il padre lo innervosiva. Ma mai avrebbe pensato che sarebbe
finita così.
Ripensò
alla voce petulante della ragazza dalla quale si era appena
allontanato. Le sue lacrime facili, le accuse insinuanti, i ricatti
morali. Non riusciva nemmeno più a guardarla negli occhi, e quando
lei cercava una carezza o un abbraccio, lui si faceva elusivo. Quanto
tempo avrebbe resistito ancora? Eppure non aveva scelta.
«Cosa si
aspettava la nonna da me quando ha deciso di lasciarmi questo posto?
Che futuro potrei avere qui?»
«Non sei
costretta ad accettare, naturalmente.»
«Mi sento
obbligata, invece.»
«No, non
vederla così. La nonna, a modo suo, ha pensato di darti una mano ad
uscire da questo momento difficile.»
«Potrebbe
non essere quello che voglio. Restare quaggiù, intendo.»
«Ripeto:
non devi farlo per forza. Pensaci, prenditi un po’ di tempo per
decidere. Non c’è fretta.»
Mentre
ripensava alle ultime parole della mamma, Viola aveva raggiunto il
bordo della scogliera insieme a Nero. Il mare era agitato, onde
rabbiose schiaffeggiavano con forza le rocce, mentre i raggi del sole
illuminavano gli spruzzi che si sollevavano verso di lei. Viola
inspirava a pieni polmoni l’aria fresca e profumata di salsedine,
riempiendosi gli occhi dei colori di quelle terre selvagge e
disabitate.
Non era
vero che non c’era fretta: finché non l’avesse fatto, sarebbe
stata rosa dall'ansia e dall'incertezza. Quest’ultima poi
cresceva a dismisura e questo poteva significare solo una cosa:
l’idea di restare non le dispiaceva affatto, al contrario di quanto
aveva creduto non appena ricevuta la notizia.
Viola si
passò una mano tra i capelli scompigliati dal vento, sbuffando. Si
guardò attorno, affascinata dal paesaggio. Anche se non aveva mai
pensato di viverci, aveva sempre amato quelle terre. Magari era il
posto giusto per ricominciare da capo.
Mentre i
suoi occhi correvano dal mare ai cespugli piegati dal vento, Viola
notò una figura seduta su una roccia a qualche centinaia di metri da
lei. Era troppo lontano per vederlo in viso, ma era chiaro che la
stava guardando. Viola mosse istintivamente un passo nella sua
direzione e subito la figura si alzò e si mise a correre verso la
masseria. Non c’erano altre case nelle vicinanze e la strada
principale era ad almeno due chilometri da lì. Chi poteva essere? I
capelli, lisci e lunghi fino alle spalle, catturavano svolazzando la
luce del sole. Sembrava un ragazzino, ma era difficile da quella
distanza definirne età e sesso. Correva impacciato, con movimenti
scoordinati. Però era evidentemente pratico del posto, e Viola
continuò a guardarlo incuriosita mentre scompariva dietro a un
avvallamento del terreno. Abbandonando quel pensiero, lanciò un
ultimo sguardo al mare e si girò per rientrare a casa. Seguita da
Nero attraversò i campi di ulivi: i più antichi, attorno alla
masseria, avevano grandi tronchi contorti e grosse radici che
spuntavano dal terreno, ed erano sparsi, senza ordine, uno accanto
all’altro. Più lontano, nelle terre aggiunte negli anni, gli ulivi
erano disposti in perfette linee rette e, sotto, l’erba era
tagliata e curata come fosse un giardino.
Avrebbe
deciso in fretta, così tutti sarebbero potuti tornare presto alle
loro vite.
“La
pianti?” sbottò il Rosso guardandolo in cagnesco.
“Che
vuoi?”
“Stai
sbadilando quel cemento come se ci volessi seppellire sotto
qualcuno!”
“Non hai
nient’altro da fare?” sibilò Aris continuando a picchiare il
badile.
“Si da il
caso che debba lavorare qui con te. E non vorrei rimetterci le
penne!”
Aris grugnì
e continuò a mescolare l’impasto. Ci mancavano solo i lamenti del
Rosso per finire di soffocarlo.
“La
ricciolina ti ha fatto incazzare, eh?” continuò il Rosso con un
sorriso divertito.
“Di chi
parli?”
“Dunque,
vediamo…Sara ha i capelli lisci…”
“Ezio,
non sono in vena.”
“Appunto”,
constatò l’amico. Aris lo chiamava col nome di battesimo solo
quando era arrabbiato. O si confidava. Cosa che non accadeva da un
pezzo. “Cosa ti ha fatto?”
“Niente.
Lavoro per lei. Punto. Non c’è altro.”
“Senti
Aris, so che non mi consideri più un tuo amico…”
“Ma cosa
dici!” lo interruppe guardandolo.
“Beh, gli
amici si parlano, giusto? Tu ormai non dici nemmeno buongiorno.”
“Se
avessi qualcosa da dire, lo farei”, protestò Aris tornando al
lavoro.
“So che
hai una vita di merda”, proseguì il Rosso imperterrito. “Ma io
ci sono. Non potrò risolverti i problemi, ma parlarne male non ti
fa.”
Aris, che
si era irrigidito al commento sulla sua vita, rilassò le spalle
stanco e rassegnato. Ezio era davvero un buon amico, si conoscevano
da anni, ed era l’unico col quale era rimasto in contatto quando si
era imbarcato. Non voleva offenderlo, ma non riusciva più a parlare
di niente, nemmeno di sciocchezze.
“Non c’è
niente per cui valga la pena perdere del fiato”, chiarì.
“Potresti
parlarmi della ricciolina…” insistette il Rosso.
“Non so
niente di lei.”
“Però ti
piace.”
Aris
tacque. Negarlo equivaleva a mentire al suo più caro amico. Ma
ammetterlo ad alta voce significava riconoscerlo anche a se stesso.
Cosa che non avrebbe fatto altro che peggiorare il suo umore.
“È una
bella tipa”, continuò l’amico. “Non ha paura di sporcarsi le
mani, anche se non deve averlo fatto spesso!”
Aris non
potè evitare di sorridere, pensando a tutte le volte che si
inciampava, le cadeva qualcosa o batteva la testa. Era evidente che
non era pratica di lavori manuali, ma non si era mai lamentata. Anzi,
ci rideva sopra e continuava imperterrita.
“Se
quegli occhioni mi guardassero come guarda te…”
“Rosso,
piantala”, lo interruppe Aris.
“E
perché? Dovresti essere contento che una come lei ti abbia messo gli
occhi addosso!”
“Non mi
ha messo gli occhi addosso!” protestò.
“Guarda
che mi chiamo Rosso, non cieco.”
7 Giugno: 2ª tappa - Leggere Romanticamente Alcuni estratti del romanzo
8 Giugno: 3ª tappa - Il Bello di Esser Letti Scopriamo insieme i personaggi
9 Giugno: 4ª tappa - Bookish Advisor Quattro chiacchiere con l'autrice
10 Giugno: 5ª tappa - Le Lettrici Impertinenti Recensione in anteprima
Complimenti all'autrice... gli estratti mi sono piaciuti tanto!!!!
RispondiEliminatre passaggi interessanti, la voglia di leggerlo c'è, devo dire... però, un piccolo appunto: nella prima frase del primo estratto c'è, secondo me, un errorino: "Il rumore dei passi che scendevano di corsa le scale rimbombavano" rimbombava, non rimbombavano....
RispondiEliminaniente male :)
RispondiEliminamarialice pompilii
E adesso? Devo leggere di più :)
RispondiEliminaE dopo gli estatti ci vuole il libro!
RispondiEliminaNon vedo l'ora che esca,confesso che mi viene voglia di sapere di più,sono sicura che ci ho visto giusto,mi piacerà
RispondiEliminahttps://m.facebook.com/story.php?story_fbid=964344560348758&id=100003196684014
estratti davvero molto carini!
RispondiEliminaVeramente interessante!
RispondiEliminaSi....mi piace questo libro *_*
RispondiEliminaestratti molto carini!
RispondiEliminaMi piace..molto intenso e pieno di sentimento
RispondiEliminaGli estratti mi hanno incuriosita ancora di più!bella tappa
RispondiEliminaQuesto libro promette bene :)
RispondiEliminaBellissimi estratti, non vedo l'ora di conoscere meglio il personaggio di Viola
RispondiEliminaLa storia si fa sempre più interessante e l'attrazione nei suoi confronti cresce.
RispondiElimina