Titolo: Tiger Fighters. Il nodo del tempio
Autore: Dilhani Heemba
Editore: selfpublishing
Prima edizione: 21 giugno 2016
Pagine: 554
Prezzo: Ebook - € 2,99; Cartaceo - € 15,49
Trama: L'India ha distrutto l'Occidente e ora ha un governo dittatore che inquina il mondo. I Tiger Fighters, in cambio del sangue di Shiva, hanno promesso di combattere i demoni e il governo, erigendo templi e stringendo nodi, distruggendo fabbriche e assassinando.
La famiglia di Daksha è stata allontanata quando suo padre li ha maledetti, ritenendoli responsabili della morte della madre. Anni dopo, il padre incendia un tempio per vendicarsi e scioglie involontariamente uno dei nodi che trattiene i padri dei demoni, i rakshasa. I Tiger Fighters partono alla ricerca di Daksha, nella speranza che possa rivelare loro dove sia l'uomo e obbligarlo a rifare i nodi.
Daksha, però, li ha rinnegati per tutta la vita, crescendo in fretta sulle strade di Delhi, tra incontri clandestini e cacce ai demoni e frequentando gli ambienti più marci dei ricchi imprenditori e, proprio ora che è a capo del gruppo governativo che combatte sul campo i Tiger Fighters, non ha alcuna intenzione di stare dalla loro parte. O almeno crede. Perché la strada della vendetta non appare più così facile, quando ci sono di mezzo le ingiustizie, la morte e un passato non del tutto privo di ricordi felici che ora sembra darle la caccia.
Per questa tappa del BlogTour andremmo a dare un occhiata piĂą da vicino ai luoghi della storia: come potremmo definire l'ambientazione di Tigher Fighters?
L'ambientazione di TF è l'India, nel futuro. Un distopico.
Come per Nuova Terra, l'idea è nata da un sogno, in cui una ragazza vestita da militare uccide demoni e si trova a New Delhi, ma nel sogno la città è in fiamme e l'aria è irrespirabile.
L'autrice è nata nello Sri Lanka e l'idea di scrivere un romanzo che richiamasse le sue origini orientali le piaceva molto.
Delhi è centrale, molte azioni si svolgono lì e ci abita la protagonista:
"Dividevamo una stanza al centro della città , la Old Delhi, negli isolati a nord di Chawri Bazar Road. Ci trovavamo tra la Jama Masjid, la mastodontica moschea dei musulmani; il Red Fort, il complesso di edifici della cittadella mogul di Shahjahanabad, rossa per via della pietra arenaria; e il Mahatma Gandhi Park. Non era uno dei quartieri più malfamati, né uno degli slum, ma non era neppure la zona residenziale dei ricchi o uno dei grattacieli con gli appartamentini sempre puliti e dall'aria perfetta dei giovani rampolli delle classi più alte."
L'autrice è rimasta colpita da Varanasi, la Città Santa sulle rive del Gange, infatti nel libro torna spesso e dà i natali alla protagonista. Il Taj Mahal poi è una delle mete che Dilhani sogna di visitare, purtroppo non ha potuto dargli tanto spazio. Anche città importanti come Chennai e Pondicherry sono importanti per l'autrice di etnia tamil. Sono entrambe al sud e si affacciano sul mare.
Come per Nuova Terra, l'idea è nata da un sogno, in cui una ragazza vestita da militare uccide demoni e si trova a New Delhi, ma nel sogno la città è in fiamme e l'aria è irrespirabile.
L'autrice è nata nello Sri Lanka e l'idea di scrivere un romanzo che richiamasse le sue origini orientali le piaceva molto.
Delhi è centrale, molte azioni si svolgono lì e ci abita la protagonista:
"Dividevamo una stanza al centro della città , la Old Delhi, negli isolati a nord di Chawri Bazar Road. Ci trovavamo tra la Jama Masjid, la mastodontica moschea dei musulmani; il Red Fort, il complesso di edifici della cittadella mogul di Shahjahanabad, rossa per via della pietra arenaria; e il Mahatma Gandhi Park. Non era uno dei quartieri più malfamati, né uno degli slum, ma non era neppure la zona residenziale dei ricchi o uno dei grattacieli con gli appartamentini sempre puliti e dall'aria perfetta dei giovani rampolli delle classi più alte."
L'autrice è rimasta colpita da Varanasi, la Città Santa sulle rive del Gange, infatti nel libro torna spesso e dà i natali alla protagonista. Il Taj Mahal poi è una delle mete che Dilhani sogna di visitare, purtroppo non ha potuto dargli tanto spazio. Anche città importanti come Chennai e Pondicherry sono importanti per l'autrice di etnia tamil. Sono entrambe al sud e si affacciano sul mare.
***
"Insomma, c’era l’Occidente, l’infinito Occidente, il nuovo mondo, gli Stati Uniti d’America, l’America del Nord, proprio quello. E poi il vecchio mondo, l’Europa.
Ah, il vecchio mondo, rideva suo padre, il vecchio mondo siamo noi, noi abbiamo la storia piĂą antica, le religioni piĂą antiche e le tradizioni, le tradizioni non si toccano dai tempi in cui gli europei nemmeno sapevano cosa fosse l’Europa.
Ma, insomma, quello era l’Occidente e poi c’erano gli arabi, a loro non piaceva l’Occidente loro erano arabi, arabi e basta. Ma dovevano schiattare anche gli arabi, boom, boom, boom, esclamava il padre di Buddhika. Dovevano schiattare perchĂ© a loro invece piaceva l’Occidente, eccome se gli piaceva, quando dicevano che non era vero, dicevano un sacco di stronzate. I soldi, le tecnologie, le vacanze, davano pure il culo per quelli. Gli piaceva dare il culo per quelli. E l’India li aveva bombardati.
PerchĂ© l’India aveva le bombe atomiche e quelli avevano tutti le armi chimiche. Le armi chimiche. Ci credi, Buddhika? Che merda è le armi chimiche?
Buddhika non ne aveva idea, ma non le interessava la faccenda delle armi chimiche e nemmeno al padre. L’unica cosa interessante era che l’India aveva bombardato l’Occidente e poi l’Australia, che non stava a occidente, nossignore, ma l’Australia aveva minacciato l’India e l’India aveva fatto come con l’Europa e l’America, non si perdeva in minacce, non dava ultimatum, non ricattava nessuno. Boom, una bella bomba.
Poi però Giappone, Cina e Russia avevano circondato l’India, da nord e pure dal sud, dallo Sri Lanka, sì, perchĂ© prima lo Sri Lanka non era del Giappone. Ma ora a sud c’era il Giappone e a nord la Cina e la Russia.
«Allora abbiamo perso, appa?» aveva chiesto una volta Buddhika.
No, ovvio che no, non si erano fermati per quel motivo, si erano fermati perchĂ© il mondo era diventato un colabrodo e l’India mica era stupida. L’India era una grande nazione, aveva capito fino a dove poteva arrivare e poi…
A Buddhika piaceva molto quella parte.
E poi l’India era caritatevole.
Vero?"
Per quanto riguarda la musica, Dilhani scrive spesso con il suo ausilio: spesso punta su generi diversi per scrivere scene diverse tra loro. Per Tiger Fighters, come per la saga di Nuova Terra, le musiche sono state tantissime. Quelle che ha usato di più sono Puscifer Rev22, Puscifer The Undertaker Renholder Mix e in generale hard rock per le scene d'azione e più cruente. Però spesso ascoltava musica dal sapore orientale, con strumenti tipici dell'India come il sitar o flauto o dei film più famosi.
Cit: "l'idea è nata da un sogno, in cui una ragazza vestita da militare uccide demoni e si trova a New Delhi, ma nel sogno la città è in fiamme e l'aria è irrespirabile."
RispondiElimina*_* Un'immagine decisamente evocativa, mi piace molto!
E l'estratto è quelcosa di sublime.. riesce a farti immergere subito nella storia! Già da ora credo che la parte distopica sia ben trattata!
Mi immaginavo altro tipo di musica xD sinceramente i gruppi che avete menzionato non li conosco...
RispondiEliminaMi aspettavo un genere di musica diverso xD sinceramente questi gruppi non li conosco...l'estratto è bellissimo!
RispondiEliminaè sempre interessnte scoprire le ispirazioni di un'autrice.
RispondiEliminaBello l'estratto! *_*