
La terra delle anime perse
di Sarah Fine
(Guards of the Shadowlands #1)
Ultimamente è raro trovare un fantasy che mi appassioni e allo stesso tempo riesca a lasciarmi a bocca aperta, in quanto gli scrittori ormai si inventano storie di tutti i tipi e creare una trama originale diventa sempre piĂą difficile. Difficile ma non impossibile, perchĂ© questo libro c’è riuscito alla grande.
Questo urban fantasy è stato capace di sondare con estrema delicatezza il lato piĂą fragile e vulnerabile dell’animo umano e allo stesso tempo imprigionarci nel suo mondo macabro e oscuro, una terra che si nutre di paure e desideri come fosse una gigantesca creatura vivente. La prima sorpresa è stata la protagonista, Lela, una ragazzina di origini latino-americane che nonostante un passato doloroso alle spalle si dimostra forte, grintosa e affronta con rabbia e coraggio ogni ostacolo che le sbarra il cammino sia sulla terra…. sia nell’aldilĂ . L’amicizia che la lega a Nadia è talmente potente da spingere Lela ad affrontare un viaggio pericoloso in un mondo inquietante e sacrificarsi per lei per regalarle quella pace e quella serenitĂ interiore che in vita non ha mai potuto avere.
Tuttavia la sorpresa maggiore e piĂą affascinante di tutte è stata l’immagine che la scrittrice ci regala del “regno dei suicidi” : una cittĂ macabra e oscura in cui ogni stimolo sensoriale svanisce nel nulla, un posto lugubre in cui vivono le anime tormentate dei suicidi, almeno fino a quando non verranno giudicate in una sorta di tribunale in base ai loro desideri e alle loro intenzioni. A sorvegliare la cittĂ poi ci sono i membri della Guardia, creature simili a cavalieri che garantiscono la sicurezza delle anime che vi sostano. E al loro comando c’è Malachi, un guerriero forte e pericoloso ma all’occorrenza onesto e di sani principi morali.
Il giovane capitano, conquistato dal coraggio e dalla bontĂ di Lela, deciderĂ di aiutarla a cercare l’anima della sua amica, dispersa nei meandri di questa terrificante cittĂ infernale, sebbene la possibilitĂ di salvezza sia estremamente ridotta.
Con uno stile diretto, avvincente e a volte persino sarcastico, la scrittrice ti trascina nel pieno dell’azione coinvolgendoti in prima persona nelle situazioni di pericolo tanto quanto negli stati d’animo dei protagonisti. Assaliti da emozioni di ogni tipo, ci ritroviamo in mezzo a fughe, addestramenti e scontri armati con demoni raccapriccianti che vanno a caccia di corpi da possedere ed anime da defraudare (i Mazikin).
Quello che ho amato di piĂą, tuttavia, è stato il viaggio personale di Lela, una crescita interiore che l’ha resa capace di affrontare e sconfiggere i terribili demoni del suo passato e soprattutto l’ha resa piĂą consapevole dei propri sentimenti, quelle emozioni dolcissime che lei e Malachi arrivano a provare l’una per l’altro dopo aver imparato a fidarsi e rispettarsi.
Questo fantasy mi ha conquistata in ogni modo possibile con cui un libro può ammaliare un lettore e la sua bellissima storia d’amore ci ha dimostrato che se un sentimento così nobile e profondo può nascere in un mondo dominato dall’oscuritĂ e dal tormento, la flebile luce della speranza può accendersi praticamente ovunque.
CONTENUTI EXTRA (Dal sito di Sarah Fine)
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